Asma bronchiale

L’asma bronchiale è una malattia respiratoria cronica determinata da un’infiammazione persistente delle vie aeree, in particolare dei bronchi, che genera un’ipersensibilità a una serie di stimoli che, quando presenti, determinano l’ostruzione temporanea dei bronchi e difficoltà di respiro (broncospasmo).

Cause

L’ostruzione delle vie aeree tipica dell’asma è dovuta ad uno spasmo della muscolatura bronchiale e all’edema (gonfiore) della mucosa delle vie aeree, spesso accompagnati anche da un aumento della secrezione del muco.

In molti casi, l’asma bronchiale è dovuta alla presenza di un’allergia nei confronti di una o più sostanze presenti nell’ambiente, che possono essere inalate.
Tuttavia, l’asma bronchiale può insorgere anche a causa dell’esposizione cronica a sostanze irritanti (soprattutto in ambito professionale) e, in alcuni casi, in seguito a infezioni virali e batteriche delle vie aeree. Inoltre, per quanto rare, esistono forme di asma “idiopatica”, la cui origine non è nota.

La singola crisi asmatica (attacco d’asma) può essere scatenata da:

  • sforzi fisici intensi;
  • sbalzi di temperatura;
  • forti stress emotivi.


In presenza di sintomi di asma, è sempre bene rivolgersi al medico perché il mancato o inadeguato trattamento può portare a un peggioramento della situazione.
Da una forma “lieve intermittente” si può passare alla forma “lieve permanente”, quindi ad “asma moderata” e poi ad “asma grave”.
La forma di asma più severa corrisponde al cosiddetto “male asmatico”, caratterizzato da crisi gravi, frequenti e prolungate, che non rispondono adeguatamente alla somministrazione dei farmaci antiasmatici, con conseguenti difficoltà respiratorie persistenti e notevole scadimento della qualità di vita.

Le persone asmatiche, soprattutto se non curate in modo appropriato e continuo, sono maggiormente a rischio di sviluppare broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ed enfisema dopo i 40-50 anni. Seppur raramente, una crisi particolarmente grave può provocare enfisema, pneumotorace, cuore polmonare.

Sintomi

Il sintomo principale dell’asma bronchiale è la difficoltà respiratoria (dispnea), unita a respiro sibilante e tosse reattiva.
Il respiro corto e veloce può essere accompagnato anche da accelerazione del battito cardiaco (tachicardia) e ansia.

Nei casi più gravi, durante un attacco, chi soffre d’asma può non essere in grado di pronunciare più di qualche parola per volta e la pelle può assumere un colorito pallido bluastro (“cianosi”), a causa dell’insufficiente scambio di ossigeno e anidride carbonica a livello polmonare.

Diagnosi

La diagnosi di asma bronchiale deve essere emessa dallo specialista pneumologo e/o allergologo (Fonte: HUMANITAS Research Hospital) (se si riconosce una causa allergica), dopo un’attenta analisi della storia clinica individuale e familiare, delle abitudini di vita della persona interessata, dei sintomi respiratori presenti (tipologia, intensità, durata e frequenza) e delle situazioni nelle quali si manifestano.

Per stabilire il tipo e la severità dell’asma presente dovranno essere effettuate prove di funzionalità respiratoria (prima tra tutte la spirometria), mentre per verificare e precisare la natura degli eventuali allergeni all’origine dello scatenamento dei sintomi dovranno essere effettuate prove allergologiche mirate.

Tra gli stili di vita

L’asma bronchiale richiede un trattamento continuativo, in modo da evitare sia crisi gravi, sia il peggioramento della malattia.
Per fronteggiare una crisi acuta si ricorre a farmaci broncodilatatori ad azione rapida, come i beta-agonisti (salbutamolo, terbutalina, ecc.), da assumere per via inalatoria (con spray o nebulizzatori).
In alcuni casi, può essere somministrata teofillina per via venosa.

Per diminuire la frequenza degli attacchi asmatici, invece, si usano broncodilatatori a lunga durata d’azione (salmeterolo, formoterolo, ecc.), anche in questo caso per via inalatoria, spesso in associazione con cortisonici.

Per il controllo a lungo termine della malattia sono usati farmaci come il cromoglicato e gli inibitori dei leucotrieni (montelukast), che non agiscono sulla dilatazione dei bronchi, ma sulle cellule che promuovono l’infiammazione.

I farmaci a base di cortisone per via orale o iniettiva sono usati soltanto nei casi più gravi, di norma per contrastare crisi asmatiche severe, e per periodi limitati di tempo a causa dei loro effetti collaterali.
Se si tratta di una forma allergica ed è stato identificato con precisione l’allergene scatenante, si può tentare una terapia di desensibilizzazione (vaccino).

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