Attacco ischemico transitorio

Il TIA è un segnale d’allarme importante che avvisa che la circolazione sanguigna cerebrale non è ottimale e che è necessario approfondire la situazione e intraprendere o perfezionare terapie preventive mirate, su base personalizzata per evitare ulteriori eventi ischemici cerebrali più severi e invalidanti, nonché potenzialmente a esito infausto.

L’attacco ischemico transitorio (TIA) è una forma lieve di ictus cerebrale ischemico o “mini-stroke”, che si verifica quando la circolazione cerebrale è parzialmente compromessa dalla presenza di restringimenti od occlusioni di un’arteria cerebrale o delle carotidi (principali arterie che trasportano il sangue al cervello), impedendo un adeguato rifornimento di ossigeno e sostanze nutritive (in particolare glucosio) alle cellule nervose per un limitato periodo di tempo.

Come l’ictus cerebrale, anche il TIA rappresenta un’emergenza medica, da sottoporre immediatamente all’attenzione del medico e/o dei servizi sanitari d’emergenza (118, Pronto soccorso), ma i suoi effetti sono generalmente più lievi e reversibili in modo completo.

In assenza di trattamento preventivo, circa un terzo delle persone che hanno sperimentano un TIA vanno successivamente incontro a ictus e, in circa la metà dei casi, ciò si verifica dopo un anno.

Cause

All’origine dell’attacco ischemico transitorio ci sono molto spesso restringimenti del calibro delle carotidi o delle arterie cerebrali (stenosi) dovuti a placche aterosclerotiche, che rallentano la velocità di flusso del sangue al loro interno e aumentano la propensione a sviluppare coaguli.
Il fenomeno è analogo a quello che può portare all’ictus ischemico, ma nel caso del TIA l’ostruzione o il coagulo determinano un’ischemia soltanto parziale o di breve durata.

I fattori che aumentano il rischio di andare incontro a attacco ischemico transitorio sono gli stessi che promuovono le malattie cardiovascolari in generale, ossia: l’età superiore a 65 anni, l’appartenenza al sesso maschile o a quello femminile dopo la menopausa, la familiarità per disturbi di cuore e arterie (in particolare, arteriosclerosi), la presenza di ipertensione arteriosa, anomalie del ritmo cardiaco, i livelli di glicemia e/o di colesterolemia elevati, il fumo di sigaretta e l’obesità.

Sintomi

Segni e sintomi del TIA sono gli stessi dell’ictus cerebrale, ma tendono a essere più lievi, a durare soltanto pochi minuti e a esaurirsi pressoché completamente da soli nell’arco di un’ora.

I principali comprendono:

  • improvvisa difficoltà di linguaggio;
  • improvvise alterazioni del campo visivo (comparsa di ombre in un’area del campo visivo);
  • violenti disturbi dell’equilibrio (impossibilità di stare in piedi o camminare ecc.);
  • confusione mentale non giustificata da stanchezza o assunzione di farmaci;
  • calo di forza o difficoltà di movimento di una parte del viso o del corpo (in genere, un braccio o una gamba).

Quando si riconoscono, soprattutto in una persona con età superiore ai 50 anni o notoriamente affetta da malattie cardiovascolari o diabete, è indispensabile contattare immediatamente il medico di fiducia o i servizi di emergenza sanitaria (118, Pronto soccorso).  

Diagnosi

Il sospetto che una persona possa essere interessata da TIA deve venire in seguito al riscontro dei segni e sintomi caratteristici, che devono indurre a contattare immediatamente il medico di fiducia e/o i servizi di emergenza sanitaria (118, Pronto soccorso).

La diagnosi specifica di attacco ischemico transitorio sarà effettuata in ospedale, attraverso un iter abbastanza complesso e approfondito, definito caso per caso secondo protocolli prestabili comprendenti: valutazione clinica e strumentale dei parametri vitali; analisi del sangue; indagini di imaging cerebrale come TAC, risonanza magnetica e angiografia cerebrale; ecografia delle carotidi ed ecocardiogramma.

Tra gli stili di vita

Nella maggior parte dei casi, i sintomi del TIA tendono a regredire spontaneamente in modo completo, senza che sia necessario un intervento in emergenza.
Ciò che deve essere trattata è la patologia sottostante che ha indotto l’ischemia transitoria acuta.

Oltre all’eliminazione/riduzione dei fattori di rischio legati allo stile di vita (sovrappeso/obesità, sedentarietà, fumo, dieta sbilanciata ecc.) e alla normalizzazione dei parametri metabolici critici (glicemia, livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue, pressione arteriosa ecc.), le principali terapie farmacologiche che possono essere utili per prevenire nuovi TIA o ictus più severi comprendono farmaci antiaggreganti (come acido acetilsalicilico, copidogrel ecc.) e anticoagulanti (warfarin e nuovi anti coagulanti orali ecc.).

Nei casi in cui è presente una stenosi significativa delle carotidi, può essere consigliato il ricorso all’intervento di endoarterietomia carotidea per eliminare le placche che limitano il flusso del sangue verso il cervello e ripristinare una migliore circolazione cerebrale.
In alternativa, in casi selezionati e in pazienti non candidabili all’intervento chirurgico, può essere eseguita un’angioplastica carotidea, che prevede l’inserimento di un catetere operatorio all’interno dei vasi ostruiti e la compressione delle placche aterosclerotiche contro le loro pareti, grazie al rigonfiamento di un palloncino posto all’estremità.

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