Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)

Secondo la definizione ufficiale, la BPCO è «una condizione patologica dell’apparato respiratorio caratterizzata da ostruzione del flusso aereo, cronica e parzialmente reversibile, cui contribuiscono in varia misura alterazioni bronchiali (bronchite cronica), bronchiolari, (malattia delle piccole vie aeree) e del parenchima (enfisema polmonare)».

In chi soffre di BPCO le vie aeree sono parzialmente ostruite, in modo persistente, e non permettono un efficiente passaggio dell’aria da e verso i polmoni, con conseguente sensazione di “mancanza di fiato” e tosse reattiva.

La BPCO è una malattia complessa, che tende a evolvere verso stadi di gravità crescente, alternando periodi di relativa stabilità e fasi di declino accelerato, in corrispondenza delle cosiddette “riacutizzazioni”.


Per definizione, una riacutizzazione di BPCO è caratterizzata da un rapido e consistente peggioramento dei sintomi tipici (difficoltà respiratorie, tosse e catarro), superiore alla normale variabilità giornaliera della malattia e tale da richiedere un cambiamento della terapia per essere compensato.

Cause

La BPCO è causata principalmente dall’inalazione di sostanze nocive (in particolare, il fumo di tabacco, ma anche gas tossici presenti in specifici contesti professionali o ambientali), che determinano, attraverso molteplici meccanismi, un quadro di infiammazione cronica delle vie aeree e il conseguente deterioramento della funzionalità respiratoria e fisica globale.

Incidenza e prevalenza della BPCO sono in continuo aumento, a causa dell’allungamento della vita media, della persistente abitudine al fumo da parte di ampie fasce della popolazione e della crescente diffusione di fattori di rischio aggiuntivi, quali sovrappeso/obesità e sedentarietà.

Sintomi

I sintomi tipici della BPCO comprendono:

  • tosse insistente;
  • catarro;
  • dispnea (difficoltà a respirare);
  • ridotta tolleranza all’esercizio (mancanza di fiato, debolezza)

il loro riscontro permette al medico di avere un forte sospetto che sia presente la malattia, soprattutto nei fumatori e in persone con più di 50 anni.

Purtroppo, i sintomi respiratori della BPCO compaiono tardi, quando la capacità polmonare è già compromessa, e, almeno in una fase iniziale, tendono a essere sottovalutati sia dai medici sia dai pazienti.
Ciò fa sì che la diagnosi di BPCO sia emessa tardivamente, per lo più tra i 55 e i 60 anni e, spesso, soltanto dopo un ricovero reso necessario da un episodio di riacutizzazione.
Questo ritardo limita notevolmente la possibilità di tenere sotto controllo la malattia con la terapia farmacologica.

Diagnosi

A fronte del riscontro dei sintomi respiratori e dell’affaticamento caratteristici, per confermare il sospetto clinico di BPCO è necessario effettuare la spirometria (semplice e/o completa), mentre una volta accertata la presenza della malattia lo pneumologo potrà prescrivere indagini di funzionalità respiratoria più specifiche e approfondite per caratterizzare meglio il quadro clinico, rilevare eventuali componenti asmatiche e impostare un trattamento appropriato su base personalizzata.

Se si è fumatori o si è stati esposti per periodi prolungati a gas nocivi in ambito professionale e si ha un’età superiore a 40-45 anni, si dovrebbe richiedere un consulto medico e l’esecuzione di una spirometria di controllo anche se non sono presenti sintomi respiratori, nell’ottica di individuare precocemente possibili alterazioni non ancora clinicamente evidenti e intraprendere le terapie del caso, frenando la BPCO sul nascere.

Tra gli stili di vita

Gli obiettivi della terapia della BPCO consistono nel contrastare l’evoluzione della malattia, ridurre il numero e la severità delle riacutizzazioni e garantire ai pazienti una buona qualità di vita.
Per raggiungerli, è fondamentale eliminare o ridurre l’esposizione ai fattori di rischio (in particolare, è indispensabile abolire il fumo) e pianificare una terapia farmacologica su base personalizzata, che il paziente dovrà assumere in modo regolare a lungo termine, con periodiche revisioni del trattamento in funzione del cambiamento del quadro clinico.

Le linee guida nazionali e internazionali concordano sul fatto che i «capisaldi del trattamento farmacologico della BPCO stabile sono rappresentati da broncodilatatori a lunga durata d’azione beta2-agonisti (LABA), come formoterolo, salmeterolo e indacaterolo, e/o antimuscarinici (LAMA), come tiotropio, glicopirronio e aclidinio, tutti da assumere per via inalatoria».
In aggiunta a questa terapia di base, nei quadri clinici più severi e durante le riacutizzazioni gravi, potrà essere necessario aggiungere corticosteroidi e, talvolta, antibiotici. In fase terminale, diventa necessaria l’ossigenoterapia.

Un aspetto chiave della terapia della BPCO è rappresentata dalla capacità dei pazienti di usare correttamente i dispositivi per l’assunzione dei farmaci inalatori (LAMA, LABA e corticosteroidi, singolarmente o in varia combinazione): al momento della prescrizione e in occasione di controlli successivi il medico deve verificare che il paziente sia effettivamente in grado di usare il dispositivo per l’inalazione indicato e il paziente deve segnalare al medico ogni difficoltà o dubbio a riguardo.

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