Morbo di Basedow

Il morbo di Basedow, noto anche come morbo di Basedow-Graves, è una malattia autoimmune che colpisce la tiroide e determina la comparsa dei sintomi tipici dell’ipertiroidismo, oftalmopatia/esoftalmo e dermopatia.

Il morbo di Basedow può insorgere a qualunque età, ma di norma viene diagnosticato in giovani adulti e prevalentemente in donne con meno di 40 anni.  

Cause

Il morbo di Basedow è causato essenzialmente dall’iperattività della tiroide, indotta dalla presenza di autoanticorpi anomali che legano i recettori dell’ormone tireotropo (r-TSH) presenti sulle cellule della ghiandola, mimando l’azione di stimolo di norma esercitata dall’ormone tireotropo (TSH) prodotto dall’ipofisi (piccola ghiandola neuro-ormonale presente al centro del cervello).
Questa stimolazione impropria da parte degli autoanticorpi determina la produzione di ormoni T3 (triiodotironina) e soprattutto T4 (tetraiodotironina o tiroxina) in eccesso da parte della tiroide con conseguente instaurazione di un quadro di ipertiroidismo e degli altri sintomi tipici del morbo di Basedow.

Lo sviluppo di oftalmopatia/esoftalmo sembra invece dipendere da un’azione diretta degli stessi autoanticorpi sui tessuti che circondano l’occhio e può insorgere anche in assenza di ipertiroidismo o precederlo. 

Sintomi

Il morbo di Basedow comporta l’insorgenza dei sintomi caratteristici dell’ipertiroidismo, ossia: comparsa di gozzo, perdita di peso non giustificata da cambiamenti dietetici, incremento dell’appetito, aumento della frequenza cardiaca e aritmie, sudorazioni e intolleranza al caldo, tremori alle mani, disturbi gastroenterici (in particolare, diarrea), ansia e irritabilità, riduzione della libido, disfunzioni sessuali e riduzione della fertilità (con alterazioni del ciclo mestruale nelle donne), stanchezza e debolezza muscolare (https://www.youtube.com/watch?v=H780qC_90ZI – Fonte: Portale della Salute), disturbi del sonno.

Oltre a queste manifestazioni, il morbo di Basedow è contraddistinto dallo sviluppo di oftalmopatia/esoftalmo (corrispondente alla tipica protrusione dei globi oculari) e dermopatia (con ispessimento e arrossamento della pelle soprattutto a livello dei polpacci e del dorso dei piedi) oppure assottigliamento generalizzato della cute e dei capelli.

Quando si riscontrano i sintomi del morbo di Basedow, si deve interpellare subito il medico di famiglia e procedere agli approfondimenti del caso, per intervenire tempestivamente e aumentare le probabilità di far regredire la malattia e il danno estetico associato, senza ricorrere alla chirurgia.

Consultare il medico è importante anche perché i sintomi che possono indurre a sospettare il morbo di Basedow possono, in realtà, essere determinati da cause molto diverse, in alcuni casi associate a complicanze severe, da affrontare in modo mirato. Dopo l’inquadramento clinico iniziale da parte del medico di famiglia, è importante rivolgersi a uno specialista endocrinologo esperto di malattie della tiroide per precisare le caratteristiche della malattia e impostare una terapia appropriata.

Diagnosi

Il sospetto iniziale di morbo di Basedow si basa sul riscontro dei segni e sintomi caratteristici della malattia durante una comune visita medica.

Per arrivare alla conferma diagnostica e precisare il quadro clinico e le cause sottostanti è necessario eseguire alcuni esami del sangue (in particolare: misura dei livelli di TSH e della frazione libera di ormone T4, che saranno rispettivamente molto bassi e aumentati in caso di ipertiroidismo) e indagini strumentali (in particolare, ecografia del collo e TAC).

Un’ulteriore indagine utile è la valutazione dell’up-take di iodio radioattivo da parte della tiroide (aumentato, se è presente la malattia), che permette di valutare se l’ipertiroidismo riscontrato dipende dal morbo di Basedow o da altre alterazioni. Ulteriori indagini di imaging possono essere necessarie per valutare meglio la situazione oculare in presenza di oftalmopatia/esoftalmo, soprattutto quando si ipotizza di intervenire chirurgicamente per ridurre il danno estetico e/o prevenire o compensare complicanze.

Prima e dopo una diagnosi di morbo di Basedow è fondamentale contattare immediatamente il medico in caso di aritmie cardiache significative o calo della vista e di comparsa di altri segni o sintomi che inducano a sospettare una ripresa/peggioramento della malattia.  

Tra gli stili di vita

Per ridurre l’attività della tiroide ed evitare l’eccessiva produzione di ormoni tiroidei si può danneggiare il tessuto ghiandolare con iodio radioattivo (I-131), somministrato per bocca.
Una volta assunto, lo iodio in circolo va a concentrarsi nella tiroide e le radiazioni “uccidono” le cellule della ghiandola, permettendo una graduale attenuazione dei sintomi nell’arco di alcuni mesi.
Dopo il trattamento può diventare necessaria la terapia ormonale sostitutiva con levotiroxina (L-tiroxina, L-T4) per bocca, una volta al giorno al mattino, per tutta la vita.

In alternativa, se l’ipertiroidismo non è troppo severo, l’attività della tiroide può essere tenuta sotto controllo con farmaci anti-tiroidei, come metimazolo o propiltiouracile, per diversi mesi.
Questo approccio, usato da solo, spesso non rappresenta una soluzione definitiva per il morbo di Basedow, che può ripresentarsi dopo un periodo variabile di tempo dopo l’interruzione del trattamento.
Un’ulteriore opzione farmacologica prevede l’assunzione di farmaci betabloccanti, di norma usati in ambito cardiovascolare, come propanololo, atenololo, metoprololo, nadololo, ecc.
Questi principi attivi non agiscono sulla tiroide, ma neutralizzano gli effetti nell’organismo degli ormoni T3 e T4 prodotti in eccesso.
In particolare, riducono sintomi quali aritmie cardiache, tremori, sudorazioni, ansia e irritabilità, disturbi gastroenterici e debolezza muscolare.

Quando la terapia medica appare insufficiente o controindicata, in alternativa alla radioterapia con I-131 è possibile ricorrere all’intervento chirurgico di asportazione della tiroide (tiroidectomia).
Dopo tiroidectomia radicale è sempre indispensabile assumere la terapia ormonale sostitutiva con L-tiroxina per tutta la vita.

In presenza di oftalmopatia/esoftalmo sono, inoltre, possibili interventi specifici a livello oculare, come la somministrazione di farmaci corticosteroidei, l’inserimento di prismi negli occhiali per ridurre i problemi visivi (sdoppiamento delle immagini, ecc.), diverse tipologie di correzione chirurgica (con finalità estetiche o funzionali) e radioterapia oculare (di efficacia variabile).  

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