Emicrania

L’emicrania è una cefalea primaria che si manifesta con attacchi ricorrenti di mal di testa di intensità moderata o severa, di durata variabile dalle 4 alle 72 ore, intervallati da periodi privi di sintomi.

Talvolta l’emicrania assume un andamento “evolutivo”, passando da una bassa frequenza a una presentazione quasi quotidiana degli attacchi (emicrania cronica), con conseguente notevole impatto sulla vita sociale e lavorativa e relativi costi diretti (spese per visite mediche, farmaci e esami di laboratorio e strumentali) e indiretti (perdita di giornate lavorative e riduzione della produttività).

Esistono due forme principali di emicrania: l’emicrania “con aura”, nella quale l’attacco di cefalea vero e proprio è preceduto da sintomi neurologici transitori e reversibili, definiti “aura emicranica”, e l’emicrania “senza aura”, nella quale questi sintomi prodromici non si riscontrano.

Forme più rare di emicrania sono: l’emicrania emiplegica, familiare e sporadica; l’emicrania retinica; gli equivalenti emicranici (come per esempio le “vertigini emicraniche”, nelle quali il disturbo dell’equilibrio sostituisce in tutto o in parte il mal di testa).

La prevalenza dell’emicrania varia dal 15% al 18% nel sesso femminile e dal 6% al 12% nel sesso maschile, con un rapporto donne:uomini pari a 2-3:1. Il picco di prevalenza viene raggiunto in età adulta, tra i 20 e i 40 anni.

Cause

L’origine esatta dell’emicrania non è nota, tuttavia sono stati riconosciuti diversi fattori che possono aumentare la probabilità di soffrirne e/o promuovere lo scatenamento degli attacchi.

La familiarità per il disturbo e, nelle donne, le oscillazioni degli ormoni femminili (in particolare, gli estrogeni), rappresentano due fattori predisponenti chiave.

A scatenare gli attacchi, invece, possono essere: l’assunzione di cibi o bevande (in particolare, vino bianco e altri alcolici); fattori climatici (vento, caldo o freddo eccessivi, variazioni meteorologiche, umidità, pioggia, cambiamento di stagione); la permanenza in alta quota, se non abituati; l’esposizione al sole e alla luce intensa; i rumori forti o fastidiosi; gli odori marcati (profumi, detergenti ecc.), il fumo di sigaretta; il sonno insufficiente o eccessivo e il jet-lag; il digiuno o i pasti abbondanti; la fatica fisica e lo stress psicoemotivo; la febbre; i lunghi viaggi aerei.

Cibi che favoriscono gli attacchi emicranici:

  • Cioccolato;
  • Alcolici;
  • Conservanti/prodotti in scatola;
  • Crauti;
  • Crostacei;
  • Estratti di lievito;
  • Formaggi stagionati;
  • Glutammato di sodio;
  • Insaccati, wurstel, carni in scatola o conservate;
  • Latticini;
  • Agrumi;
  • Arachidi;
  • Aspartame.

Sintomi

In circa un quarto dei pazienti l’attacco emicranico è anticipato, nelle ventiquattro ore precedenti, da segni premonitori quali irritabilità, umore depresso, alterazioni della diuresi, inconsueta sensazione di fame o sete e sonnolenza.

Il dolore emicranico è generalmente pulsante e colpisce un solo lato della testa, ma non sempre lo stesso, peggiora con l’attività fisica e può essere accompagnato da altri sintomi come la nausea, il vomito, l’ipersensibilità ai suoni e alla luce.

L’eventuale presenza di sintomi neurologici, quali disturbi visivi, parestesie, difficoltà di movimento specie delle braccia e delle mani, o del linguaggio, nel periodo che precede l’attacco o nelle sue prime fasi, consente di distinguere l’emicrania “con aura” da quella “senza aura”.
L’aura è presente nel 15-18% dei casi e precede l’attacco di 5-60 minuti.

L’attacco emicranico ha, generalmente, un effetto invalidante: impedisce non soltanto di lavorare, leggere, concentrarsi o guardare la televisione, ma anche di svolgere le più comuni attività quotidiane. A chi ne è vittima non resta che coricarsi in un luogo tranquillo, silenzioso e, possibilmente, poco illuminato attendendo che la crisi si esaurisca.

Diagnosi

La diagnosi di emicrania è prevalentemente clinica e prevede un’accurata visita generale da parte del medico, che indagherà anche le abitudini di vita e lo stato emotivo della persona interessata. Nei casi, non alleviati dai primi trattamenti proposti è consigliabile un approfondimento neurologico da parte di uno specialista delle cefalee.

Analisi strumentali, come la TAC e la risonanza magnetica, vengono eseguite in una minoranza di casi e, di solito, riservate ai pazienti in cui si sospetta la presenza di una patologia vascolare o di una neoplasia cerebrale.

Per emettere la diagnosi di emicrania devono essere soddisfatti i seguenti criteri diagnostici:

  • Almeno 5 attacchi di mal di testa che soddisfano i criteri B-D.
  • La cefalea dura 4-72 ore (se non trattata o trattata senza successo).
  • La cefalea ha almeno due delle seguenti caratteristiche:
    1. localizzazione a un solo lato della testa;
    2. dolore di tipo pulsante;
    3. intensità moderata o grave;
    4. peggiora in seguito ad attività fisiche abituali (come camminare, salire le scale ecc.) oppure porta a evitare queste attività.
  • Presenza di almeno uno dei seguenti sintomi di accompagnamento:
    1. nausea e/o vomito;
    2. fotofobia e fonofobia;
  • I sintomi non sono attribuibile a un’altra patologia.

L’aura emicranica è presente se l’attacco di cefalea vero e proprio è preceduto da:

  • sintomi visivi completamente reversibili, positivi (visione di luci tremolanti, macchie, linee, immagini deformate, scotomi scintillanti) e/o negativi (per esempio, perdita temporanea della capacità visiva);
  • sintomi sensitivi completamente reversibili al volto/capo, positivi (per esempio, puntura di spillo o ago) e/o negativi (sensazione di intorpidimento);
  • disturbi completamente reversibili del linguaggio;
  • presenza di almeno due delle seguenti caratteristiche.

1. disturbi visivi e/o sensitivi da un solo lato;
2. almeno un sintomo si sviluppa gradualmente in almeno 5 minuti e/o diversi sintomi si susseguono e ogni sintomo dura almeno 5 minuti;
3. ogni sintomo dura almeno 5 minuti e meno di un’ora.

Una minoranza di persone affette da emicrania possono presentare episodi di aura emicranica non seguita dal mal di testa caratteristico.

Tra gli stili di vita

La sola terapia sintomatica con farmaci analgesici, antinfiammatori, acido acetilsalicilico, triptani o derivati dell’ergot ed eventualmente antiemetici al bisogno è indicata quando l’emicrania è presente per meno di 4 giorni al mese. Se più frequente o duratura, deve essere instaurata una terapia profilattica finalizzata a prevenire l’insorgenza degli attacchi.

In questo secondo caso, è indispensabile una valutazione neurologica preliminare e la pianificazione di un adeguato follow-up, supportato dalla compilazione accurata del “diario del mal di testa”, dove devono essere riportati tutti gli attacchi, descrivendone modalità d’insorgenza, durata, intensità, sintomi di contorno.

Il farmaco antiemicranico più appropriato, individuato dal medico di famiglia o dal neurologo, deve essere assunto al minor dosaggio efficace per ottenere la completa risoluzione delle crisi e preso il più precocemente possibile dopo l’esordio del dolore per garantirne il massimo dell’azione analgesica.

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