Procedura mininvasiva migliora la sindrome metabolica

Uno studio randomizzato, che ha preso in esame 75 pazienti con diabete di tipo 2, ha mostrato l’efficacia e la sicurezza di una innovativa procedura ablativa minimamente invasiva, intesa a promuovere la ricrescita della mucosa duodenale.

Il coordinatore del lavoro è stato Arun Sanyal, professore di Gastroenterologia presso la scuola di medicina della Virginia Commonwealth University, negli Stati Uniti, che ha presentato i risultati all’incontro annuale della American Association for the Study of Liver Diseases (AASLD), che si è tenuto a Boston dal 13 al 17 novembre.

Sanal ha riportato il miglioramento dei valori glicemici e di quelli connessi alla funzionalità epatica e una riduzione del peso corporeo, rilevati sei mesi dopo l’esecuzione di questa tecnica endoscopica.

Lo studio, di tipo prospettico e condotto con la tecnica del doppio cieco, si è svolto in nove strutture ospedaliere nell’Unione europea e due in Brasile: 39 dei partecipanti sono stati sottoposti a questa procedura, chiamata tecnica endoscopica di “resurfacing” della mucosa duodenale (DMR), mentre gli altri 36 hanno ricevuto una procedura fittizia, analogamente al placebo che viene somministrato in questo tipo di studi quando si valutano i farmaci.

Prima dell’intervento, i pazienti avevano un valore medio di emoglobina glicata (HbA1c) di 8,3 e l’indice di massa corporea era mediamente di 31,1 kg / m2: si trattava insomma di soggetti diabetici e obesi. Dopo 24 settimane si è registrato un generale miglioramento, ma nettamente superiore nei soggetti effettivamente trattati con ablazione della mucosa duodenale, in cui si osservato anche un andamento positivo nei valori correlati alla steatosi epatica non alcolica, condizione che favorisce la cirrosi e l’insufficienza epatica.

Oltre all’efficacia, la procedura è stata caratterizzata da una generale sicurezza: non ci sono stati eventi avversi gravi. «L’iperplasia della mucosa duodenale – ha dichiarato Sanyal – è un potenziale bersaglio terapeutico per le malattie metaboliche correlate all’insulino-resistenza».

Fonte: presentazione LO2 al Liver Meeting 2019 di Boston.

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