L’autismo : si possono sviluppare protocolli terapeutici condivisi?

Nessun contatto con la realtà, incapacità a interagire e a comunicare con gli altri, difficoltà nel linguaggio, rigidità dei movimenti: sono queste alcune manifestazioni tipiche dell’autismo, malattia la cui conoscenza è ancora limitata nel mondo, soprattutto nei Paesi a basso o medio reddito, mentre nei Paesi ad alto reddito si investe molto nella ricerca. Per sanare questo squilibrio è nato all’ospedale “Bambino Gesù” di Roma un progetto per la realizzazione di un network internazionale di medici e ricercatori impegnati nello sviluppo di protocolli terapeutici da usare in condivisione

Fonte: Centro Ricreazione

Il progetto del bambino gesù

Nell’arco di quattro anni, medici e ricercatori provenienti da venti Paesi e quattro continenti collaboreranno nel campo della ricerca per la diffusione di buone pratiche basate sull’evidenza tra centri clinici di Paesi a basso e medio reddito. Sulla base degli studi che ogni membro del network porterà avanti nella propria area di riferimento, verranno sviluppati protocolli diagnostici e terapeutici che potranno essere applicati in ogni contesto sociale e culturale. In una fase successiva saranno formati a distanza operatori locali per l’applicazione dei protocolli sostenibili.

Cos’è l’autismo

Cos’è l’autismo? L’autismo – o disturbo dello spettro autistico (DSA) – è una patologia del neurosviluppo caratterizzata da un’organizzazione atipica di alcune funzioni mentali e delle relative aree del cervello. L’origine è genetica, ma sono implicati anche fattori ambientali, come l’esposizione ad agenti inquinanti durante la gravidanza. Altri elementi di rischio sono l’età avanzata dei genitori (soprattutto del papà), il basso peso alla nascita o la forte prematurità.

Fonte: Libera Notizia

Incidenza e caratteristiche dell’autismo

In Italia l’autismo coinvolge circa 500.000 famiglie; nel mondo 1 bambino ogni 100 presenta un disturbo dello spettro autistico. La probabilità che nasca un bambino con autismo supera l’1%, con una maggior prevalenza tra i maschi rispetto alle femmine (il rapporto è di 4 a 1). L’esordio è precoce (fra i 14 e i 28 mesi) e dura per tutta la vita.

Circa il 50% delle persone con autismo presenta una disabilità cognitiva. In generale, gli autistici manifestano una particolare attenzione per alcuni stimoli sensoriali, hanno una predisposizione a comportamenti ripetitivi e a routine rigide, ma anche una scarsa attitudine e motivazione all’interazione sociale reciproca. L’autismo, infatti, compromette la capacità di interagire e di comunicare con gli altri.

Fonte: Irpinianews

Le cure per l’autismo

L’intervento precoce è fondamentale: équipe specializzate e multidisciplinari oggi sono in grado di fare diagnosi già a 2-3 anni, a 4 nelle situazioni maggiormente complesse, per poi adottare il trattamento più idoneo caso per caso. Non esiste una cura che consenta di guarire dall’autismo, ma esistono trattamenti, come il “parent training”, che migliorano significativamente la sintomatologia e la qualità di vita. Proprio all’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” si effettua da anni una “terapia cooperativa mediata dai genitori”, che si rivolge a tutto il nucleo familiare e coinvolge il bambino a partire dall’età prescolare, a volte subito dopo la diagnosi. Il percorso dura 6 mesi: si inizia con una seduta a settimana e si finisce con una cadenza mensile.

Fonte: Per Noi Autistici

di Piercarlo Salari

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