Influenza

L’influenza stagionale è una malattia infettiva di origine virale che si trasmette per via respiratoria attraverso le particelle di vapore cariche di virus diffusi nell’aria da individui infetti, attraverso la respirazione, la tosse, gli starnuti o parlando.

Oltre che per inalazione diretta, l’influenza può essere contratta toccando oggetti e superfici sui quali si sono depositati i virus influenzali e avvicinando, poi, le mani al naso, agli occhi o alla bocca.

Una persona adulta in buone condizioni generali infettata dai virus dell’influenza può trasmettere la malattia dal giorno che precede la comparsa dei sintomi e nei 5-7 giorni successivi, periodo dopo il quale può di norma considerarsi guarita.
La durata della malattia e la relativa contagiosità possono, tuttavia, essere più prolungate nei bambini e nelle persone con sistema immunitario compromesso.

Cause

Nell’uomo, l’influenza può essere causata da due diversi gruppi di virus, A e B, ciascuno comprendente innumerevoli sottotipi, tutti appartenenti alla famiglia degli Orthomyxovirus.
I virus A sono i principali responsabili delle epidemie influenzali stagionali annuali, mentre i virus B tendono a prevalere in particolari annate, rimanendo poi latenti per periodi di durata variabile.

Entrambe le categorie di virus si rendono di anno in anno irriconoscibili al sistema immunitario umano, modificando in misura più o meno marcata le proprie proteine di superficie, in particolare l’emoagglutina e la neuraminidasi, che agiscono da “antigeni” e rappresentano la “carta d’identità” di ogni virus.

Per questa ragione, gli anticorpi prodotti dall’organismo umano in occasione di un’influenza stagionale contratta in un determinato anno non sono in grado di proteggere efficacemente dai virus circolanti nelle stagioni successive e, se si vuole evitare di ammalarsi, è necessario vaccinarsi ogni anno con il nuovo vaccino preparato con gli antigeni dei virus che si prevede saranno maggiormente diffusi tra ottobre e marzo di quell’anno.

Sintomi

In una persona adulta, l’influenza stagionale può essere facilmente sospettata in presenza di sintomi caratteristici quali febbre elevata (spesso oltre 39,0°C), dolori osteomuscolari, spossatezza, sonnolenza, mal di testa, diminuzione dell’appetito, tosse. Alcune persone possono manifestare anche raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea, di intensità e durata variabili.

Negli anziani, la febbre può essere molto modesta, mentre i sintomi respiratori, la stanchezza e la compromissione generale possono essere significative.

In età pediatrica, oltre a tener conto dei sintomi tipici degli adulti, è importante considerare che i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere con precisione il proprio malessere, che può essere manifestato con irritabilità, pianto, inappetenza. Inoltre, va ricordato che nei neonati l’influenza non è quasi mai accompagnata da febbre, mentre sono spesso presenti vomito e diarrea.
Nei primi anni di vita, l’influenza si associa frequentemente a laringo-tracheite e bronchite e la febbre elevata è spesso segnalata da occhi arrossati e congiuntivite.

Diagnosi

Nella stragrande maggioranza dei casi, la diagnosi di influenza è puramente clinica e si basa sul riscontro dei sintomi caratteristici, nel periodo di maggior diffusione dei virus influenzali (che va da fine novembre a metà febbraio).

Per avere la conferma diagnostica che si tratta effettivamente di influenza stagionale e non di una delle altre, innumerevoli, sindromi influenzali tipiche dell’autunno-inverno, è necessario eseguire test specifici per evidenziare gli antigeni o il materiale genetico virale nelle secrezioni dell’apparato respiratorio, ma questi test non sono di norma necessari ai fini del trattamento e vengono eseguiti soltanto in un numero di casi molto limitato, nel contesto del monitoraggio virologico.

Se a contrarre l’influenza stagionale è una persona adulta in buone condizioni di salute generale, nella maggioranza dei casi non è necessario l’intervento del medico per superare la malattia: basta restare a riposo e assumere i farmaci antinfiammatori/antipiretici, seguendo le indicazioni presenti sulle confezioni o suggerite dal farmacista.

Il medico deve, invece, essere sempre interpellato quando: la febbre è molto elevata (40,0 °C) e stenta a diminuire nonostante 4-6 dosi di farmaco antipiretico nell’arco di 24-48 ore; sono presenti sintomi respiratori molto intensi che ostacolano la respirazione; sono presenti catarro o altri sintomi che inducono a sospettare un’infezione batterica; ad avere l’influenza è un bambino nei primi anni di vita, un anziano o una persona che soffre di patologie croniche di tipo respiratorio (asma, BPCO ecc.), cardiovascolare (insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale ecc.), metabolico (diabete) ecc. o immunodepressa.

Tra gli stili di vita

Contro l’influenza stagionale non esistono cure vere e proprie: il compito di combattere i virus è lasciato al sistema immunitario, attraverso la febbre e una serie di meccanismi immunologici finalizzati a ridurre la moltiplicazione dei virus e a rimuoverli dall’organismo.

I farmaci antivirali disponibili possono favorire questo processo, interferendo direttamente con la replicazione virale, ma la loro azione è modesta e la loro utilità è vincolata alla possibilità di iniziarne l’assunzione entro 24-48 ore dall’esordio dei sintomi, dopo aver ricevuto dal medico la conferma che si tratta influenza.
Per queste ragioni e in considerazione dei possibili effetti collaterali, di norma, l’impiego dei farmaci antivirali è molto circoscritto e riservato a persone a rischio non vaccinate.

I trattamenti comunemente usati in caso di influenza sono essenzialmente di tipo sintomatico e comprendono farmaci antinfiammatori e/o antipiretici, da assumere per bocca in una delle innumerevoli formulazioni disponibili (compresse da inghiottire, effervescenti o da sciogliere in bocca, capsule, granulati dispersibili o effervescenti), principalmente indirizzati a ridurre la febbre, il mal di testa e il dolore a ossa e muscoli ecc.

Oltre ai farmaci sintomatici, in caso di influenza è consigliabile: rimanere a riposo, a letto, per alcuni giorni in un ambiente caldo, ma non troppo secco; evitare di uscire di casa e limitare i contatti ravvicinati con i familiari; garantire una buona idratazione, specie in caso di sudorazione intensa o dissenteria (soprattutto nei bambini e negli anziani); seguire un’alimentazione nutriente, ma leggera.

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