Jet lag

Il jet-lag è un disturbo del sonno che interessa chi viaggia attraversando almeno 3-4 fusi orari, verso ovest o verso est, dovuto principalmente al temporaneo venir meno della sincronizzazione tra orologio biologico interno (ritmo circadiano) e variazioni della luce ambientale nelle diverse ore del giorno.

Per sua natura, il jet-lag è un fastidio transitorio, che non ha un impatto significativo sulla salute generale e che tende spontaneamente ad attenuarsi nell’arco di alcuni giorni, man mano che l’orologio biologico si riprogramma, allineandosi agli orari e all’alternanza luce-buio del luogo di destinazione.
Ciò non toglie che, se si effettuano viaggi lavoro o di piacere di pochi giorni, soffrire di jet-lag può compromettere gli scopi della trasferta o comunque rendere l’esperienza ben poco piacevole.

Un disturbo analogo al jet-lag interessa i lavoratori che devono assolvere alle proprie mansioni su turni che coinvolgono in tutto o in parte le ore notturne.
In questi casi, per ragioni intrinseche alla necessità di rimanere innaturalmente svegli durante la notte e di dormire durante il giorno, l’alterazione del ritmo sonno-veglia è più difficile da gestire e, con il tempo, può avere ripercussioni psicofisiche considerevoli, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari (a partire dall’ipertensione), disturbi digestivi, alterazioni dell’appetito e del metabolismo, disfunzioni endocrine, riduzione della fertilità e disturbi psichiatrici.

Cause 

Il jet-lag è un fenomeno del tutto fisiologico che si verifica quando ci si trova all’improvviso in un luogo caratterizzato da un fuso orario sensibilmente differente da quello dell’area di residenza abituale (almeno 3-4 ore in più o in meno).
In situazioni di questo tipo, l’orologio biologico interno, sulla base del quale si organizzano in ordinata successione le funzioni biologiche fondamentali (sonno, fame, oscillazioni giornaliere dei livelli ormonali, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, del metabolismo basale, ecc.), si trova disallineato rispetto all’ora e al livello di luce esterna e può andare momentaneamente in tilt.

Questo disallineamento tra orario interno ed esterno viene compensato man mano che si permane nel luogo di destinazione, grazie a uno spontaneo adattamento dei ritmi circadiani alle nuove condizioni di luce e buio.
L’efficienza dell’adattamento varia da persona a persona, tende a essere minore negli anziani ed è generalmente più elevata quando si viaggia verso ovest rispetto a quando si viaggia verso est (quindi mediamente si avranno più problemi a reimpostare il ritmo sonno-veglia quando ci si reca in Cina, Giappone o Australia rispetto a quando si va a Cuba o in California).

Il jet-lag è un fenomeno del tutto fisiologico che si verifica quando ci si trova all’improvviso in un luogo caratterizzato da un fuso orario sensibilmente differente da quello dell’area di residenza abituale (almeno 3-4 ore in più o in meno).
In situazioni di questo tipo, l’orologio biologico interno, sulla base del quale si organizzano in ordinata successione le funzioni biologiche fondamentali (sonno, fame, oscillazioni giornaliere dei livelli ormonali, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, del metabolismo basale, ecc.), si trova disallineato rispetto all’ora e al livello di luce esterna e può andare momentaneamente in tilt.
Questo disallineamento tra orario interno ed esterno viene compensato man mano che si permane nel luogo di destinazione, grazie a uno spontaneo adattamento dei ritmi circadiani alle nuove condizioni di luce e buio.

L’efficienza dell’adattamento varia da persona a persona, tende a essere minore negli anziani ed è generalmente più elevata quando si viaggia verso ovest rispetto a quando si viaggia verso est (quindi mediamente si avranno più problemi a reimpostare il ritmo sonno-veglia quando ci si reca in Cina, Giappone o Australia rispetto a quando si va a Cuba o in California).

Sintomi

Il sintomo chiave del jet-lag è la persistenza dell’abitudine ad addormentarsi e a svegliarsi agli orari del luogo di residenza abituale anche quando l’ora del luogo in cui temporaneamente ci si trova è molto diversa a causa del fuso orario.
Ne conseguono, per esempio, una grande sonnolenza già nel tardo pomeriggio (5-7 pm) e risvegli nel cuore della notte (3-5 am) e attacchi di fame a orari apparentemente stravaganti.

Soprattutto se persiste per più di un paio di giorni, il jet-lag viene accompagnato da stanchezza, sensazione di testa pesante e affaticamento, riduzione delle prestazioni fisiche e intellettive, mal di testa, disturbi digestivi e nervosismo, diventando un problema soprattutto in caso di brevi viaggi di lavoro o trasferte per gare sportive.

Diagnosi

Il riscontro dei sintomi tipici del jet-lag (in particolare, difficoltà a risincronizzare il ritmo sonno-veglia) è sufficiente per diagnosticare il disturbo.

Tra gli stili di vita

Più che curato, il jet-lag può essere in parte prevenuto attraverso alcune strategie comportamentali (Fonte: Minzoparade) e rimedi farmacologici.
Sul primo fronte, un consiglio utile, ma non sempre attuabile, consiste nel cercare di modificare leggermente, prima della partenza, gli orari dell’addormentamento/risveglio e dei pasti per avvicinarli a quelli del luogo di destinazione.

Un altro accorgimento prezioso è quello di sfruttare le ore del volo aereo per dormire (eventualmente anche avvalendosi di un farmaco ipnoinduttore a breve durata d’azione, concordato con il medico), in modo da arrivare a destinazione non troppo stanchi e riuscire a non addormentarsi subito dopo l’arrivo (in particolare, per viaggi diurni verso ovest e notturni verso est).
Nei giorni successivi, invece, si deve fare lo sforzo di non cedere a sonno e fame non appena si manifestano, ma cercare di allineare i propri bisogni ai nuovi orari (in questo senso, il caffè è un ottimo alleato, ma non si deve eccedere con le dosi).

Sul fronte farmacologico, un rimedio molto usato e apprezzato per facilitare l’adattamento dell’orologio biologico al nuovo fuso orario è rappresentato dalla melatonina, un ormone normalmente prodotto dall’organismo nelle ore serali (in corrispondenza della diminuzione della luce ambientale) che facilita l’induzione e il mantenimento del sonno fino al mattino, quando la luce torna ad aumentare.

Dopo essere arrivati a destinazione, la melatonina va assunta per bocca, una volta al giorno prima di coricarsi, finché l’adattamento al nuovo fuso orario non è completo (in genere servono 3-4 giorni).
Mentre si assume melatonina, si devono evitare gli alcolici. Per non commettere errori, è bene che il dosaggio e le modalità di assunzione dei diversi prodotti in commercio a base di melatonina siano indicati dal medico.
La melatonina è molto ben tollerata a ogni età e può essere utilizzata anche per trattare il jet-lag dei bambini.

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