Tumore dell’endometrio

Il tumore dell’endometrio è una neoplasia che si sviluppa a livello del tessuto che riveste le pareti interne dell’utero e, per questa ragione, è chiamato anche semplicemente tumore dell’utero, in quanto si tratta della forma ampiamente prevalente tra le neoplasie a questo livello.

Raramente, nell’utero possono svilupparsi anche sarcomi.

Il tumore dell’endometrio è la neoplasia ginecologica più diffusa in Italia e in Europa; può svilupparsi anche in donne giovani, specie se caratterizzate da una predisposizione su base familiare, ma in genere tende a insorgere prevalentemente dopo i 45-50 anni e, soprattutto, dopo la menopausa.

Cause

Come per tutti i tumori, l’origine del tumore dell’endometrio risiede in una serie di mutazioni genetiche che permettono a un gruppo di cellule delle pareti interne dell’utero di acquisire nuove caratteristiche e iniziare a moltiplicarsi in modo indiscriminato, sfuggendo ai controlli di norma previsti per consentire che il rinnovamento e la riparazione dei tessuti avvengano secondo tempistiche e criteri ben definiti.
A oggi, non si conoscono le ragioni per cui alcune cellule endometriali subiscono questa trasformazione.

Oltre all’avanzare dell’età, tra i principali fattori che possono aumentare il rischio di tumore dell’endometrio sono stati individuati:

  • squilibri dei livelli degli ormoni che regolano l’ovulazione e il ciclo mestruale (in particolare, il rischio aumenta in presenza di un eccesso di estrogeni a fronte di livelli normali di progesterone), dovuti ad alterazioni endocrine endogene o ad assunzione di preparati contenenti soli estrogeni dall’esterno (per esempio, nel contesto della terapia ormonale sostitutiva per la menopausa);
  • avere un periodo fertile prolungato, per esempio con menarca (1a mestruazione) prima dei 12 anni e inizio tardivo della menopausa, con conseguente maggiore esposizione dell’endometrio all’azione degli estrogeni endogeni;
  • non avere mai avuto gravidanze;
  • essere in forte sovrappeso od obese;
  • assumere la terapia ormonale per il trattamento del tumore del seno ormono-sensibile;
  • presentare una predisposizione ereditaria allo sviluppo di tumore del colon-retto e altri tipi di neoplasie, compreso il tumore dell’endometrio.

Sintomi

Il tumore dell’endometrio tende a causare sintomi evidenti già in fase precoce, che inducono la donna a consultare il medico: ciò permette di aumentare notevolmente le possibilità di intervenire presto ed eliminare la malattia grazie alle terapie disponibili.

I principali sintomi del tumore dell’endometrio comprendono la comparsa di perdite di sangue dalla vagina in donne già in menopausa oppure al di fuori del periodo previsto per il flusso mestruale nelle donne in età fertile.
Anche perdite vaginali fluide rosa chiaro o con tracce di sangue devono essere considerate un possibile segno di tumore dell’endometrio. Possono essere presenti anche crampi o dolore pelvico.

Diagnosi

La diagnosi del tumore dell’endometrio parte dalla visita ginecologica successiva al riscontro di perdite vaginali di sangue anomale e all’esecuzione dell’ecografia esterna o endovaginale per analizzare lo stato degli organi riproduttivi e la restante area pelvica, con particolare attenzione alla mucosa uterina.

Se le prime valutazioni supportano il sospetto iniziale di tumore endometriale, la mucosa uterina può essere indagata direttamente, attraverso l’inserimento di un endoscopio nella cavità dell’utero (isteroscopia).

Contestualmente o in un momento diverso possono essere prelevati campioni di tessuto endometriale, da sottoporre ad analisi istologica e citologica. Se i campioni ottenuti con la biopsia non sono sufficienti a stabilire le caratteristiche del tessuto anomalo può essere effettuato un prelievo più esteso durante un intervento chirurgico.

Una volta stabilito che si tratta di tumore dell’endometrio, si deve procedere alla sua stadiazione (dagli stadio I-II, tumore localizzato all’endometrio/alla cervice uterina, agli stadi III-IV, tumore diffuso alla vescica, al retto o ad altri organi pelvici/con metastasi a distanza), ossia alla valutazione del suo livello di sviluppo e alla sua distribuzione nell’organismo, attraverso l’esecuzione di TAC, risonanza magnetica, PET total body, radiografia del torace e analisi del sangue.

Tra gli stili di vita

Il trattamento del tumore dell’utero viene definito nella singola paziente su base personalizzata, tenendo conto, oltre che delle dimensioni e dell’aggressività del tumore (velocità di crescita e tendenza a dare metastasi), anche dell’età e dello stato di salute generale della paziente.

Le strategie terapeutiche attualmente usate contro il tumore dell’endometrio comprendono:

  • l’isterectomia, ossia l’asportazione chirurgica dell’utero, spesso associata alla rimozione delle tube di Falloppio e delle ovaie (per aumentare le probabilità di guarigione) e al prelievo di alcuni linfonodi per valutarne l’eventuale contaminazione e stadiare meglio il tumore;
  • la radioterapia esterna convenzionale o con fasci di protoni ad alta energia (protonterapia), che può essere eseguita dopo l’intervento chirurgico per “sterilizzare” meglio l’area pelvica, prima dell’intervento per far regredire preliminarmente il tumore e permettere una chirurgia meno demolitiva oppure come unica opzione di trattamento in donne non candidabili all’intervento perché troppo anziane, debilitate o con tumore non operabile;
  • radioterapia interna (brachiterapia) per scopi analoghi ai precedenti;
  • terapia ormonale indirizzata ad aumentare i livelli nel sangue di progesterone o a ridurre quelli di estrogeni, con l’effetto di ridurre lo stimolo alla crescita della massa tumorale;
  • diversi schemi di chemioterapia, in caso di forme avanzate/metastatiche con tendenza a recidivare.
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