Gli aspetti psicologici della malattia di Peyronie

Nei protocolli di intervento non sono presi in considerazione né la valutazione dell’impatto psicologico né un eventuale supporto psicologico al singolo ed anche alla coppia. Eppure in questo ambito sintomi depressivi e di angoscia e disagio relazionale sono estremamente frequenti.
La malattia infatti, manifestandosi sul piano morfologico e funzionale, si configura come una sorta di “tradimento del corpo” con effetti che intaccano l’immagine e la sicurezza personali oltre che la qualità delle relazioni.
Per usare un termine “tecnico” la Peyronie rappresenta una pesante ferita narcisistica che necessita di tempo e di aiuto per sanarsi.

L’alterazione morfologica, vista come deformità/mostruosità, può dare luogo ad una dismorfofobia, ossia ad una preoccupazione ossessiva, esagerata e pervasiva per il difetto fisico, con conseguente alterazione dell’immagine corporea e del vissuto genitale e sessuale. Da qui ansia, depressione, vergogna vengono associate al proprio organo sessuale

L’alterazione funzionale può avere come effetto:

  • disfunzione erettile, sia come mancata erezione o come difficoltà a mantenerla per tutta la durata del rapporto;
  • calo del piacere sessuale, a causa del dolore (che può riguardare anche il partner);
  • impedimento sessuale, quando la curva è tale da rendere impossibile la penetrazione;
  • difficoltà procreative.

Si può attivare un pericoloso circolo vizioso, definito ansia da prestazione, in cui l’eccessiva preoccupazione per la performance sessuale e per il grado di soddisfazione della partner porta ad evitare i rapporti sessuali, portanto ad un calo della pulsione sessuale e ad un conseguente abbassamento della stima di sé, con effetti depressivi.
Tutto ciò naturalmente si riverbera sulla relazione di coppia, con lo scatenarsi di malumori, incomprensioni ecc., soprattutto se per vergogna o per rapporto non consolidato, non c’è al riguardo comunicazione tra i partners.
E’ importante quindi che da parte del sanitario ci sia attenzione a cogliere e sottolineare gli aspetti ed i rischi psicologici, fornendo anche la possibilità di una consulenza psicologica sia individuale che di coppia.
Tale consulenza avrebbe la funzione di informare e rassicurare il paziente che si può fare qualcosa ma al tempo accompagnarlo ad incontrare il limite che la malattia rappresenta e la ridefinizione di vita e di prospettive che comporta.
Consulenza psicologica ancora più necessaria, qualora il paziente si  debba sottoporre ad operazione chirurgica, per una riflessione sulle aspettative che potrebbero essere non realistiche né adeguate.

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