Disfunzione visiva, un sintomo misconosciuto del Parkinson

«L’idea che i sintomi visivi possano essere associati alla malattia di Parkinson non è nuova, ma questa è la prima volta che è stata segnalata a livello di popolazione»: lo ha dichiarato a Medscape Medical News Ali Hamedani della University of Pennsylvania di Philadelphia, principale autore di uno studio pubblicato su European Journal of Neurology.

Analizzando i dati ottenuti attraverso un ampio sondaggio, i ricercatori americani hanno scoperto che la disfunzione visiva è significativamente più comune negli individui con malattia di Parkinson che nella popolazione adulta generale. Si tratta tuttavia di un fattore generalmente trascurato e non trattato, anche se peggiora la già compromessa qualità di vita di questi pazienti.

L’indagine è stata condotta su oltre 150.000 individui e ha permesso di calcolare una probabilità più che doppia delle persone con diagnosi di morbo di Parkinson di soffrire di disturbi della visione, sia in quella ravvicinata che in quella a distanza, rispetto alla popolazione generale.

Problemi di vista erano stati più volte segnalati dagli stessi pazienti, dai loro caregiver e dai medici curanti. Dunque, il sospetto evidentemente c’era già, ma il nuovo studio fornisce una conferma suffragata da un indagine su larga scala e il gran numero di dati permette di documentare una correlazione statistica che altrimenti non sarebbe stata così stringente.

Con la collega Allison Willis, Hamedani hanno analizzato i dati di adulti di età pari o superiore a 50 anni forniti dal Survey of Health, Aging and Retirement in Europe (SHARE), un sondaggio multinazionale sulla salute della popolazione di persone che vivono in uno dei 27 Paesi europei e in Israele.

Nonostante il rischio di una compromissione della visione da lontano sia risultata 2,55 maggiore (e della visione da vicino di 2,07), le persone con Parkinson hanno riferito meno spesso questa difficoltà a un oculista, cosicché la condizione è rimasta in molti casi non trattata.

Gli autori dello studio riferiscono che ci sono stati alcuni suggerimenti su un sottile cambiamento nella visione dei colori negli anni precedenti alla diagnosi del Parkinson, ma è improbabile che i pazienti stessi se ne accorgano. «Si potrebbe probabilmente scoprire se venisse fatto uno screening, ma è troppo presto per eventuali raccomandazioni in proposito», ha detto Hamedani. Il ricercatore ha suggerito invece che i medici prendano in esame la funzionalità visiva nei pazienti già diagnosticati, anche se la natura e il significato di questi sintomi non appaiono ancora chiari: non sappiamo se il meccanismo sia il risultato dei cambiamenti associati al Parkinson direttamente negli occhi oppure a livello cerebrale.

Fonte:

Hamedani AG, Willis AW. Self-reported visual dysfunction in Parkinson disease: the Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe. European Journal of Neurology 2019, 0: 1–6.

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