La sindrome del Burn-out

Il termine Burn-out si riferisce ad un fenomeno tipico di quelle professioni che hanno nel loro mandato la connotazione di essere “d’aiuto agli altri”.

In queste professioni è implicita una relazione diretta tra operatore e utente. Con questo termine si esprime anche il cedimento psicofisico rispetto alle difficoltà dell’attività professionale. Questo fenomeno sottolinea uno o più aspetti del modo in cui vengono ad esaurirsi le risorse degli operatori, che lentamente cercano di adattarsi alle difficoltà della propria attività lavorativa. Appare difficile tracciare una linea che separi la condizione lavorativa normale e il burnout. Si ritiene che qualsiasi ambito lavorativo sia carico di stress, infatti anche quando si opera nelle migliori condizioni possibili il ruolo professionale comunque comporta un carico emotivo.

La sindrome del Burn-out non insorge all’improvviso, ma inizia con i primi episodi di sconfitta, fino a diventare una condizione che determina l’esaurimento delle risorse del lavoratore. Questo fenomeno può avere diverse gradazioni e sulla base del modello di risposta allo stress di Hans Selye può essere descritta cosi:

  • Stress lavorativo
  • Esaurimento
  • Conclusione difensiva

Lo stress lavorativo è definito come lo squilibrio che viene a crearsi tra le risorse disponibili e le richieste che provengono all’individuo sia dal mondo esterno, sia da quello interno. Lo squilibrio si crea quando le risorse disponibili non sono più sufficienti a rispondere ai proprio obiettivi. L’ambiente lavorativo viene vissuto in modo estenuante e logorante. La risposta difensiva a questo punto diventa inevitabile: ci sono dei cambiamenti negativi nell’atteggiamento non solo verso se stessi, ma anche verso i colleghi e verso l’utenza.

Dal punto di vista clinico, i segni e i sintomi del Burn-out sono tantissimi e richiamano i disturbi dello spettro ansioso.

Fonte: Non ho tempo per… Come logora curare: operatori sanitari sotto stress di Ferdinando Pellegrino

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