Chi va a dormire tardi ha più possibilità di morire precocemente

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista morte le persone che vanno a letto tardi hanno un’alta probabilità di mortalità precoce, indipendentemente dalla durata del loro sonno. problemi cardiovascolari

Kristen Knutson, della Northwestern University di Chicago e Malcolm von Schantz della Surrey University hanno analizzato i dati della Biobank del Regno Unito su un campione di circa 500mila cittadini britannici. Questi ultimi hanno risposto ad una serie di quesiti incentrati sulle loro abitudini. Una delle domande principali riguardava le loro abitudini in materia di sonno: “Ti consideri mattiniero, più mattiniero che nottambulo, più nottambulo che mattiniero o nottambulo?”

I partecipanti, quindi, sono stati divisi in queste quattro categorie. I risultati della ricerca mostrano che chi va a dormire tardi ha più possibilità di sviluppare problemi psicologici, diabete, problemi respiratori e gastrointestinali, rispetto ai mattinieri. Attraverso lo studio si è notato che per i nottambuli la mortalità precoce riguarda il 10% in più rispetto a chi va a dormire normalmente.

Riteniamo che una delle ragioni di questa eccessiva mortalità potrebbe essere correlata all’orologio biologico interno. Quello dei nottambuli è regolato in modo tale che vadano a letto e si alzino più tardi.” spiega Kristen Knutson.

A giocare un ruolo importante è anche l’ambiente e la genetica. I nottambuli possono comunque gestire questa situazione e cercare pian piano di andare a dormire prima.

Le regole da seguire sono: non mettersi mai davanti a uno schermo prima di andare a dormire, perché la luce che emana blocca la secrezione di melatonina; evitare di fare sport troppo tardi la sera e non esporsi eccessivamente alla luce durante la giornata. “La luce è senza dubbio il più potente distruttore endocrino. Troppa luce, specialmente nella parte finale della giornata, invia un cattivo segnale all’ipotalamo, una parte del cervello che svolge un ruolo di conduttore nella secrezione di diversi ormoni”. Queste le parole di Claude Gronfier, neurobiologo e specialista in ritmi biologici del sonno.

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