Fuoco di Sant’Antonio: scopriamone di più

Il Fuoco di Sant’Antonio, chiamato anche sfogo di Sant’Antonio o Herpes zoster secondo la nomenclatura scientifica, è una malattia virale che colpisce individui che in passato hanno contratto la varicella, in quanto rappresenta una riattivazione del virus che generalmente non viene eliminato completamente dall’organismo, ma rimane latente in alcune parti del sistema nervoso. Questo virus deve il suo particolare nome all’antica tradizione, nata nel Medioevo ma presente soprattutto in età moderna, di invocare il Santo Antonio Abate per chiedere la guarigione dalla malattia. Il fuoco di Sant’Antonio può colpire anche i giovani, ma si presenta più frequentemente dai 40 anni in su.

Sintomatologia e contagio

Non si è ancora a conoscenza della causa specifica che scatena il fuoco di Sant’Antonio: il sistema immunitario dovrebbe sopprimere la riattivazione del virus latente, tuttavia in molti casi questo non avviene, soprattutto in persone con un sistema immunitario debole, a causa di vecchiaia, stress psicologico e altri fattori di rischio. Il contagio del fuoco di Sant’Antonio può avvenire solo per contatto diretto e non per via aerea, ma quello che viene trasmesso è in realtà il virus varicella-zoster (VZV), che scatena per l’appunto la varicella in individui che non l’hanno mai avuta. I primi sintomi del virus, quali mal di testa e febbre, sono molto generici e per questo possono essere scambiati per una semplice influenza. Compaiono in seguito i sintomi specifici del fuoco di Sant’Antonio quali bruciore, formicolio, prurito e forti dolori, sopratutto per le persone in età avanzata, e dopo qualche giorno un arrossamento della pelle(rash cutaneo) seguito dalla comparsa di vescicole. A seconda della zona colpita dal virus possono esserci delle complicazioni aggiuntive: nel caso in cui riguarda la zona oculare si parla di herpes oftalmico mentre se colpisce la zona dell’orecchio si può contrarre la Sindrome di Ramsay Hunt tipo II.

Trattamenti e vaccinazione

Il vaccino contro la varicella, che in Italia è diventato obbligatorio, contribuisce ovviamente anche a scongiurare il rischio del fuoco di Sant’Antonio; tuttavia secondo alcuni studi, dato che un adulto a contatto con un bambino che ha contratto la varicella sviluppa una immunità per l’herpes zoster, la diffusione del vaccino aiuta in un certo senso la diffusione del virus latente. Esiste anche un vaccino specifico per il fuoco di Sant’Antonio (Zostavax), indirizzato ad adulti che hanno contratto in passato la varicella, che secondo alcuni studi americani riduce il rischio di essere colpiti dal virus del 50-70%. Per chi invece ha già contratto il virus, un trattamento a base di antivirali previa prescrizione medica può aiutare a ridurre la durata e l’intensità dei sintomi fino alla completa regressione dell’infezione, che avviene generalmente dopo 2-4 settimane.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Related Posts