Artrite psoriasica

L’artrite psoriasica è una malattia infiammatoria cronica su base autoimmunitaria che insorge in circa il 30% delle persone che soffrono di psoriasi.

Come altre forme di artrite, la malattia colpisce prevalentemente le articolazioni di mani e piedi (in particolare, quelle tra le falangi distali) e, nei casi più severi, può avere esiti deformanti.

L’interessamento articolare è, di norma, asimmetrico (quindi diverso tra la parte destra e sinistra del corpo) e può riguardare anche la colonna vertebrale a diversi livelli.

Lo sviluppo dell’artrite psoriasica non è correlato alla gravità della psoriasi, al punto che in alcuni pazienti la malattia dermatologica viene riconosciuta soltanto dopo aver caratterizzato i danni articolari ed escluso la presenza di altre forme di artrite (in particolare, l’artrite reumatoide).
In questi casi, di solito, le placche cutanee tipiche della psoriasi sono molto piccole, poco evidenti e/o localizzate in aree “nascoste” come il cuoio capelluto, le pieghe corporee o la zona genitale.  

Cause

Le cause dell’artrite psoriasica non sono note.

È assodato che all’origine dell’infiammazione articolare c’è un fenomeno autoimmunitario, ma l’assenza di correlazione con la severità delle manifestazioni cutanee della psoriasi e il suo riscontro in una minoranza dei pazienti affetti da quest’ultima inducono a ritenere che debbano essere presenti alterazioni patogenetiche distintive, probabilmente legate anche a determinanti genetici, attualmente non noti.  

Sintomi

I sintomi dell’artrite psoriasica possono seguire, precedere o insorgere contemporaneamente con quelli della psoriasi e consistono principalmente nella comparsa di infiammazione, dolore e limitazione funzionale più o meno marcati a livello delle articolazioni, soprattutto quelle della parte terminale delle dita di mani e piedi.

L’infiammazione può determinare la comparsa di deformazioni “a salsicciotto” (https://www.youtube.com/watch?v=Q7dOsmdG5Wo – Fonte: Psoriasi360.it) delle dita di mani e/o piedi, che non si osservano in chi soffre di artrite reumatoide, mentre i tipici noduli reumatoidi sono assenti.

Quando a essere interessata dall’infiammazione è la colonna vertebrale, può comparire anche dolore alla schiena.
Diversamente dall’artrite reumatoide (che peggiora progressivamente), l’artrite psoriasica ha un andamento variabile e non prevedibile, potendo regredire fino a una remissione pressoché completa oppure aggravarsi fino a esiti fortemente invalidanti, associati a deformazioni ossee significative (distruzione delle articolazioni interfalangee e incurvamento/accorciamento delle dita).  

Diagnosi

La diagnosi di artrite psoriasica si basa sul riscontro dei sintomi clinici caratteristici dell’artrite e viene confermata dalla concomitante presenza di manifestazioni cutanee della psoriasi e/o dall’esclusione di altre forme di artrite (in particolare, l’artrite reumatoide).

Nei casi dubbi, va considerata attentamente l’anamnesi familiare.

Tra i test di laboratorio utili ai fini della diagnosi differenziale ci sono quelli per la ricerca del Fattore reumatoide (FR) e degli anticorcpi anti-peptidi citrullinati (anti-CCP), che generalmente risultano negativi (ma possono esserci casi di positività, nonostante l’assenza di artrite reumatoide).

Indagini strumentali come radiografia e RM possono essere eseguite per caratterizzare il danno articolare presente e/o per monitorarne l’evoluzione in corso di terapia.  

Tra gli stili di vita

L’artrite psoriasica viene trattata in modo analogo all’artrite reumatoide, ossia con farmaci antinfiammatori più o meno potenti (in relazione alla severità della malattia e alla risposta individuale alle terapie proposte), finalizzati a contrastare l’infiammazione sistemica all’origine del danno articolare, ad attenuare i sintomi locali (dolore) e a migliorare la funzionalità delle articolazioni colpite.
In generale, il primo approccio per le forme lievi-moderate prevede l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o cortisonici per bocca, mentre per le forme moderate-severe o comunque non controllate dalle prime terapie proposte è necessario ricorrere a DMARD (Disease Modifying Anti-Rheumatic Drug), in particolare metotrexato, oppure a ciclosporina o a composti antagonisti del TNF-alfa.

L’idrossiclorochina, usata nell’artrite reumatoide, ha dimostrato un’efficacia variabile nell’artrite psoriasica.
Per il trattamento delle forme di artrite psoriasica che non rispondono adeguatamente ai farmaci tradizionali si possono utilizzare farmaci biologici come l’ustekinumab, che inibisce l’azione delle due citochine infiammatorie IL-12 e IL-23.

Un’altra opzione terapeutica prevede l’impiego di apremilast, un inibitore della fosfodiesterasi-4, che può però determinare effetti collaterali fastidiosi come diarrea, nausea, mal di testa, depressione e perdita di peso.
Alcuni pazienti con artrite psoriasica rispondono alla fototerapia con raggi UvA (con o senza psoralene) o UvB a banda stretta, analoga a quella utilizzata contro la psoriasi estesa su ampie aree cutanee: questo approccio può, dunque, essere vantaggioso in chi presenta quadri concomitanti di questo tipo.  

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