Piede diabetico

Il piede diabetico è una patologia complessa che si sviluppa come complicanza del diabete non controllato in fase avanzata e che rappresenta la prima causa di amputazione non traumatica nella popolazione adulta occidentale.

Molta diffusa in passato, questa complicanza severa e di difficile trattamento è di riscontro meno frequente negli ultimi anni, grazie al perfezionamento delle terapie antidiabetiche su base personalizzata e al migliore controllo glicemico che permettono di ottenere a lungo termine, nonché all’individuazione di accorgimenti preventivi di tipo igienico-comportamentale.

Sintomi

Il primo segno del piede diabetico è rappresentato da un piccolo taglio o abrasione, prevalentemente a livello della pianta del piede, che si infetta rapidamente e non rimargina con le comuni cure previste per la gestione delle ferite cutanee e la terapia antibiotica locale.

Con il passare del tempo, la ferita iniziale tende a estendersi in larghezza e profondità, trasformandosi prima in un’ulcera e poi in una ferita necrotizzante (cancrena) che distrugge progressivamente i tessuti.
I bordi possono assumere un aspetto nerastro a causa dell’ipossigenazione.

Per evitare evoluzioni severe di piccole ferite è fondamentale che chi soffre di diabete curi con molta attenzione i propri piedi (con lavaggi delicati, applicazione di creme emollienti, pedicure effettuata da personale competente ecc.), eviti situazioni che possono facilitare le ferite (camminare scalzi, indossare calzature rigide/con bordi che graffiano, con suole sottili o aperte ecc.), controlli ogni giorno l’aspetto di ogni parte del piede e si rivolga immediatamente all’Ambulatorio del Piede diabetico del centro diabetologico di riferimento in caso riscontri segni cutanei sosp

Diagnosi

La diagnosi di piede diabetico si basa essenzialmente sul riscontro di una ferita dall’aspetto e dall’evoluzione caratteristica in una persona affetta da diabete non compensato/in fase avanzata.

Il rischio di un paziente diabetico di sviluppare il piede diabetico può essere stimato dal diabetologo sulla base della storia di malattia, del grado di controllo glicemico mantenuto nel corso degli anni, delle abitudini di vita e della valutazione di presenza/rilevanza della neuropatia periferica e della microangiopatia periferica (definite clinicamente e con indagini strumentali).

Sulla base del rischio stimato, il diabetologo pianificherà un programma di prevenzione e screening su base personalizzata, con uno o più controlli specialistici mirati nel corso dell’anno.

Tra gli stili di vita

Il piede diabetico deve essere innanzitutto prevenuto attraverso l’ottimizzazione del controllo glicemico fin dall’esordio della malattia.
Questa esigenza resta, a maggior ragione, imprescindibile quando sono già presenti ulcere e/o ferite necrotizzanti, sia per tutelare il paziente da complicanze metaboliche ulteriori (rese più probabili dalla presenza di infezione) sia per coadiuvare la guarigione delle lesioni.

Un aspetto fondamentale in presenza di ferite o abrasioni anche minime è che il paziente diabetico si rivolga immediatamente all’Ambulatorio del piede diabetico del centro diabetologico di riferimento, dove personale sanitario specializzato sarà in grado di gestire il problema in modo ottimale e minimizzare il rischio di aggravamento e amputazione.

Le cure del piede diabetico sono diverse da caso a caso, in funzione della gravità del quadro clinico, e si basano su procedure di disinfezione, pulizia profonda delle ferite (debridement) e medicazioni speciali, generalmente effettuate a livello ambulatoriale da personale infermieristico.

In caso di ferite molto compromesse, soprattutto in pazienti anziani e/o con diabete molto scompensato viene generalmente previsto il ricovero ospedaliero.
Per le ferite più compromesse, che interessano anche i muscoli e le ossa e/o con ascessi profondi, può essere necessario ricorrere a interventi chirurgici.

In tutti i casi è necessaria una terapia antibiotica: locale od orale, se la ferita è relativamente superficiale; sistemica, per via parenterale, per le ulcere e le ferite necrotiche.
Per favorire la guarigione delle ferite, può essere sfruttata anche l’ossigenoterapia iperbarica sistemica.

In caso di grave deficit di irrorazione sanguigna, può essere necessario procedere a interventi chirurgici di rivascolarizzazione, allo scopo di favorire la vitalità dei tessuti e la guarigione della ferita.

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