Calcolosi renale

La calcolosi renale è una patologia molto diffusa nei Paesi industrializzati, compresa l’Italia, soprattutto tra gli uomini adulti, colpiti con una frequenza circa doppia rispetto alle donne.

I calcoli renali sono strutture solide di dimensioni variabili che si possono formare nei reni, negli ureteri o nella vescica e che possono ostruire il deflusso dell’urina e/o favorire lo sviluppo di infiammazioni e infezioni a carico di questi organi.

I calcoli renali possono essere costituiti da sali minerali o da altre sostanze che, a causa di una patologia specifica, di una predisposizione individuale di tipo genetico o di errori nello stile di vita, raggiungono concentrazioni particolarmente elevate nelle vie urinarie e “precipitano”, aggregandosi sotto forma di cristalli.

I calcoli che si riscontrano più frequentemente nella popolazione generale sono costituiti da ossalato di calcio (90% dei casi), mentre quelli di fosfato di calcio e quelli di acido urico sono meno frequenti e quelli formati da cistina molto rari.

Cause

La formazione dei calcoli renali non dipende quasi mai da una patologia o anomalia specifica, ma generalmente dal concorso di molti fattori differenti, non ancora del tutto chiari, di tipo genetico e ambientale.
Per questo motivo, alcune persone predisposte possono sviluppare calcoli indipendentemente dallo stile di vita, mentre altre con una predisposizione parziale possono svilupparli soltanto in seguito a uno stress fisico, come una forte disidratazione o significativi cambiamenti del regime dietetico.

Una particolare forma di calcolosi dipende dalla presenza di un difetto genetico specifico che determina la formazione di calcoli di cistina, mentre la calcolosi da struvite più che un disturbo in sé può essere considerata una complicanza associata alla presenza di un’infezione batterica delle vie urinarie.

La fascia d’età più colpita dalle calcolosi è quella tra i 30 e i 40 anni, ma il disturbo può interessare persone di qualunque età.
La calcolosi da struvite è abbastanza frequente nelle giovani donne, mentre la calcolosi da acido urico tende a comparire più spesso intorno ai 50 anni.
La calcolosi da cistina, essendo legata a una malattia ereditaria, appare precocemente e viene diagnosticata quasi sempre prima dei 20 anni.

Sintomi

I sintomi della calcolosi renale sono molto soggettivi e generalmente differenti in calcolosi di diversa natura.
Il sintomo più tipico associato alla colica acuta è il dolore lombare, che può essere anche molto intenso e dura in media alcune ore.

Generalmente è un dolore di tipo colico, ovvero caratterizzato da oscillazioni d’intensità, ed è associato a fitte della durata di qualche decina di secondi, perché segue il ritmo di contrazione e distensione della muscolatura delle vie urinarie.
A volte, tuttavia, le fitte non compaiono e il dolore si mantiene più sfumato.

Se il calcolo ha provocato una piccola lesione nelle pareti delle vie urinarie o nel rene, può essere presente sangue nelle urine, mentre se il calcolo ostruisce una via urinaria, ostacolando il deflusso dell’urina, possono manifestarsi disturbi della minzione o instaurarsi lesioni renali.

I sintomi iniziali della calcolosi da struvite ricordano, invece, quelli di un’infezione genito-urinaria e comprendono bruciori o fastidio ai genitali e/o disturbi della minzione.

Diagnosi

L’esame principale per confermare la diagnosi di calcolosi basata sull’osservazione clinica e caratterizzarla è l’ecografia renale, che consente di individuare i calcoli di diametro superiore ai tre millimetri, indipendentemente dalla loro composizione.

Anche la radiografia dell’addome senza mezzo di contrasto può essere utilizzata come esame di conferma, ma soltanto nel caso di calcoli di ossalato di calcio o di struvite.
La TAC può essere utile come esame di conferma nei casi dubbi e in fase di pianificazione dell’intervento chirurgico.

Quando si sospetta la presenza di un’alterazione a livello delle vie urinarie, che si ritiene necessario caratterizzare per procedere agli opportuni interventi di carattere urologico, può essere utile effettuare l’urografia: un esame che prevede l’iniezione nel torrente circolatorio di un mezzo di contrasto radiopaco che viene filtrato dal rene e concentrato nelle vie urinarie; il percorso del mezzo radiopaco viene seguito con una serie di radiografie che mettono in evidenza le eventuali alterazioni presenti.

Per avere informazioni sulla predisposizione allo sviluppo di calcoli renali e sulla loro composizione, è necessario effettuare esami tesi a rilevare la presenza di specifiche sostanze nelle urine, partendo dalla considerazione che:

  • il 40% circa dei pazienti con calcoli di ossalato di calcio presenta livelli urinari di calcio superiori alla norma, mentre quelli dell’ossalato sono poco indicativi;
  • la concentrazione urinaria di citrato è cronicamente bassa nel 30% dei pazienti con calcoli;
  • la calcolosi da acido urico è associata a un aumento dei livelli di acido urico nelle urine;
  • la calcolosi da cistina è associata a un aumento dei livelli di cistina nelle urine.

Nella calcolosi da struvite, le urine hanno una composizione in sali assolutamente normale, ma l’urinocoltura, cioè l’esame indirizzato a rilevare la presenza di batteri nelle urine, risulta positiva evidenziando la presenza di un’infezione. 

Tra gli stili di vita

Il trattamento della calcolosi renale prevede interventi di tipo sintomatico, per alleviare i disagi associati alla colica acuta, e di tipo preventivo/terapeutico per ridurre la probabilità che la colica si ripeta e/o per rimuovere i calcoli a maggior rischio di complicanze.

Per placare il dolore associato alla colica renale acuta è indicata l’assunzione di farmaci antispastici, che permettono di contrastare le contrazioni della muscolatura urinaria, e di analgesici (paracetamolo od oppiacei).
L’effetto dei farmaci è rapido e aiuta a stare meglio nel giro di una o due ore, ma per evitare inconvenienti, soprattutto in occasione del primo episodio, i farmaci devono essere prescritti dal medico dopo un’attenta valutazione clinica.

Una volta risolta la fase acuta, è fondamentale analizzare le cause della colica renale e impostare interventi appropriati.

Sul piano dello stile di vita, per prevenire recidive è importante bere in abbondanza (almeno 2 litri di acqua al giorno), assumere poco sale da cucina e seguire una dieta sana, basata su alimenti freschi, evitando quelli ricchi di ossalati, in caso di calcolosi da ossalato di calcio (come spinaci, rape, patate dolci, pepe nero, soia e derivati, noci, tè, cioccolato). L’assunzione di liquidi in abbondanza può aiutare a espellere piccoli calcoli per via naturale.

Se è presente un calcolo di diametro superiore ai 3 cm o localizzato in una posizione particolarmente critica per la funzionalità del rene o per il deflusso dell’urina, per eliminarlo è necessario ricorrere all’intervento chirurgico classico (oggi eseguito in una minoranza di casi).
Viceversa, calcoli di minori dimensioni e non problematici possono essere eliminati con la litotripsia, che sgretola il cristallo grazie all’azione delle onde d’urto.

La litotripsia può essere effettuata dall’esterno (litotripsia extra-corporea) oppure con modalità percutanea o endoscopica (uretroscopica o endorenale).
La litotripsia extra-corporea non prevede alcuna anestesia, mentre le altre modalità sono eseguite in anestesia generale e prevedono generalmente almeno una notte di ricovero.

La probabilità di incorrere in recidive, ossia nella formazione di nuovi calcoli, è molto variabile e sostanzialmente imprevedibile. Si sa, però, che la calcolosi si ripresenta con maggior frequenza nei cinque anni successivi al primo episodio acuto ed è più probabile in chi non segue le indicazioni dietetiche del nefrologo, in chi non beve a sufficienza e nelle persone che tendono a espellere molto calcio con le urine.

Esistono farmaci in grado di prevenire la crescita del calcolo e la recidiva, ma nessuno è in grado di eliminarne uno già formato. Un’eccezione riguarda i calcoli di acido urico che possono essere prevenuti con allopurinolo e “sciolti” con farmaci che rendono le urine meno acide, aumentando la solubilità urinaria dell’acido urico.

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