Cefalea tensiva

La cefalea tensiva è una forma primaria di mal di testa che si caratterizza per gli episodi di dolore diffuso a tutto il capo, di intensità lieve o moderata, che non si aggrava con l’attività fisica e che si manifesta senza o con limitati sintomi di accompagnamento.

La cefalea tensiva è la forma più diffusa di mal di testa in persone di ogni età e può presentarsi in modo episodico, in relazione a situazioni, condizioni cliniche, comportamenti o stati psicoemotivi estemporanei e circoscritti nel tempo, oppure in modo ricorrente o costante, assumendo un andamento cronico e risultando più o meno debilitante in relazione all’intensità e alla durata del dolore.

Cause

Gli episodi di cefalea tensiva possono essere indotti da una molteplicità di cause interne o esterne all’organismo, organiche o psicoemotive.

Tra le situazioni più comuni che possono favorire l’insorgenza di questo tipo di mal di testa vanno ricordati i cambiamenti climatici, lo stress, le modificazioni ormonali e del ritmo sonno-veglia, la presenza di contratture muscolari a livello di collo e/o spalle, il mantenimento di posture scorrette, uno stile di vita disordinato o troppo frenetico, l’affaticamento da eccesso di attività fisica o mentale, i difetti della vista non adeguatamente compensati e i movimenti bruschi della testa.

Sintomi

La cefalea tensiva causa un dolore di tipo costrittivo-gravativo diffuso, con distribuzione “a casco” su tutta la testa, di intensità costante. Questo tipo di mal di testa si associa spesso a stati di tensione emotiva, ma non a sintomi fisici di contorno rilevanti.

Benché fastidiosa, non impedisce di lavorare né di svolgere le attività abituali, mentre può rendere difficile l’addormentamento, se insorge a fine giornata (in genere, come conseguenza della stanchezza e/o dello stress accumulato durante il giorno).

La frequenza degli attacchi di cefalea tensiva varia molto da paziente a paziente e anche nello stesso paziente in momenti diversi. In alcuni casi, la cefalea tensiva può evolvere in emicrania, dalla quale, peraltro, non è sempre facilmente distinguibile.

Diagnosi

La diagnosi di cefalea tensiva è generalmente semplice e prevalentemente clinica: prevede un’accurata visita generale da parte del medico, che indagherà anche le abitudini di vita e lo stato emotivo della persona interessata.

Nei casi di dolore più intenso non alleviato da comuni analgesici o con andamento ricorrente/cronico, è consigliabile un approfondimento neurologico da parte di uno specialista delle cefalee. Tuttavia, analisi strumentali, come la TAC, la risonanza magnetica o l’elettroencefalogramma sono richieste raramente, poiché la sintomatologia caratteristica non è di norma tale da indurre a sospettare la presenza di patologie neurologiche o cerebrovascolari severe sottostanti.

Per emettere la diagnosi di cefalea tensiva devono essere soddisfatti i seguenti criteri diagnostici:

A. Almeno 10 episodi che si verificano, in media, meno di un giorno al mese (complessivamente, meno di 12 giorni all’anno) e che soddisfano i criteri B-D.

B. Il mal di testa dura da 30 minuti a 7 giorni.

C. Il mal di testa presenta almeno 2 delle seguenti caratteristiche:
1. localizzazione a entrambi i lati del capo;
2. tipologia gravativo-costrittiva (non pulsante);
3. intensità lieve o moderata;
4. non è peggiorato dall’attività fisica di routine, come camminare o salire le scale.

D. Si verificano entrambe le seguenti condizioni:
1. assenza di nausea e vomito (può manifestarsi calo di appetito);
2. può essere presente fastidio nei confronti di luce (fotofobia) o rumori (fonofobia), ma non per entrambi.

E. La cefalea non è attribuibile ad altri disturbi.

Tra gli stili di vita

In caso di episodi di cefalea tensiva occasionale, facilmente riferibili a eventi specifici e non gravi, non è necessario interpellare il medico e il disagio, che tende comunque ad attenuarsi spontaneamente, può essere alleviato con comuni analgesici, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o acido acetilsalicilico.

In caso di cefalea tensiva ricorrente o presente quasi quotidianamente, prima di assumere quantità eccessive di farmaci analgesici o antinfiammatori, si deve indagare se all’origine del disturbo è presente un’altra problematica (per esempio, malocclusione dentale o disturbi muscoloscheletrici a livello di collo e spalle) e trattarla/correggerla, nonché tenere presente che esistono anche strategie non farmacologiche per contrastare questo tipo di mal di testa.

Dal momento che l’ansia, lo stress e alcune abitudini di vita rientrano tra i principali fattori che facilitano gli episodi di cefalea tensiva, o che ne aggravano i sintomi, per stare meglio è necessario seguire uno stile di vita sano ed equilibrato e può essere utile sperimentare tecniche di meditazione e di rilassamento psicofisico.

Tra le buone abitudini da seguire, è fondamentale mantenere un ritmo sonno-veglia costante, coricandosi e svegliandosi più o meno sempre alla stessa ora ed evitando di dormire troppo o troppo poco. Inoltre, si dovrebbe praticare regolarmente attività fisica moderata che allenta la tensione e, stimolando la liberazione di endorfine, favorisce un ritmo sonno-veglia costante e contrasta l’insorgenza degli stimoli dolorosi.

Tra le tecniche di rilassamento si sono dimostrate utili: la respirazione diaframmatica e addominale, che consente di aumentare la concentrazione di ossigeno nel sangue, di ridurre la pressione arteriosa e di controllare il battito cardiaco; i massaggi al collo e alle spalle, con eventuale applicazione di impacchi caldi o freddi, che riducono la tensione muscolare; le tecniche di visualizzazione guidata, che aiutano a concentrarsi su situazioni gradevoli; il rilassamento muscolare progressivo; il biofeedback, che insegna ad acquisire consapevolezza del proprio corpo e a “modulare” alcune funzioni fisiologiche involontarie, come il battito cardiaco; lo stretching; lo yoga; la meditazione.
Anche l’agopuntura si è dimostrato efficace contro diversi tipi di cefalea.

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