Varicella

La varicella a tutt’oggi rimane la malattia prevenibile da vaccino più diffusa nel nostro Paese.

Si trasmette per via aerea, da persona a persona, attraverso le goccioline di Pflugge o per contatto diretto con le lesioni cutanee dei pazienti affetti da varicella o Herpes zoster.  

Cause

La varicella è una malattia infettiva causata da un virus a DNA (VZV) appartenente alla famiglia degli Herpesviridae.
Causa due diverse malattie: la varicella, che rappresenta l’infezione primaria, e origina dall’esposizione di un soggetto suscettibile al VZV; l’Herpes zoster (o fuoco di Sant’Antonio), che rappresenta la ripresa dell’infezione in una sede limitata della cute, più spesso in età >60 anni.  

Sintomi

La contagiosità inizia 1-2 giorni prima della comparsa delle lesioni vescicolari e rimane tale finchè tutte le vescicole non abbiano formato la crosta.

Dopo un’incubazione variabile da 10 a 21 giorni, la malattia esordisce con esantema cutaneo, febbre, malessere, cefalea, anoressia.
Il rash cutaneo si manifesta a ondate successive con papule rosa pruriginose distribuite sul cuoio capelluto, tronco, viso e arti, che evolvono in vescicole, poi
in pustole e infine in croste granulari destinate a cadere.

Generalmente il soggetto guarisce in 7-10 giorni.

La malattia ha un decorso più aggressivo nell’adolescente, nell’adulto e negli individui immunocompromessi dove si può manifestare la varicella progressiva; essa è caratterizzata dall’interessamento degli organi viscerali, coagulopatia e gravi emorragie; se il paziente non viene trattato adeguatamente, la letalità raggiunge il 7%.
L’insorgenza di varicella in una donna in gravidanza non è senza conseguenze per il feto con possibili alterazioni oculari, cerebrali, lesioni cutanee cicatriziali, arti ipotrofici e basso peso alla nascita.

Tra le complicanze vanno ricordate l’encefalite (1 caso su 8.000), l’atassia cerebellare (1 caso su 4.000), la polmonite, la fascite necrotizzante e la Sindrome di Reye, quando la malattia venga trattata con acido acetilsalicilico.  

Diagnosi

La diagnosi si basa sul riscontro delle vescicole caratteristiche.

Tra gli stili di vita

Il vaccino, virus vivo attenuato con 31 passaggi in coltura cellulare, è stato messo a punto da Takahashi nel 1970, a partire dal ceppo OKA, isolato dalle vescicole di un bambino di 3 anni con varicella tipica, la cui famiglia si chiamava appunto OKA.
Il vaccino va conservato a 2-8°C e quando ricostituito, va inoculato entro 30 minuti.
Il vaccino va inoculato per via sottocutanea, come gli altri vaccini vivi attenuati, due dosi per qualsiasi età: la prima a 13-15 mesi, la seconda a 5-6 anni. Il virus del vaccino viene rapidamente inattivato da etere, alcool e detergenti, sostanze con le quali non deve venire a contatto; prima della inoculazione, l’uso di due garze di cotone, una bagnata di detergente e l’altra asciutta per asciugare (come viene fatto per il vaccino del morbillo) sembra particolarmente indicata.
Sono presenti in commercio il vaccino venduto da GlaxoSmithKline Biologicals come Varilrix, e da Sanofi Pasteur come Varivax.
Esistono in commercio anche vaccini combinati con il morbillo, la rosolia e la parotite con profilo di immunogenicità e tollerabilità di entrambi i vaccini quadrivalenti è risultato
sovrapponibile a quello dei vaccini MPR e varicella somministrati contemporaneamente.  

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