Rinite

Come tutti i termini medici che finiscono in “ite”, la rinite si riferisce a una situazione di infiammazione che, nello specifico, interessa le mucose del naso (dal latino, rhino) e che può avere una base allergica o non allergica.

La rinite si caratterizza per la presenza di manifestazioni quali, bruciore e gocciolamento.  

Cause

La rinite può essere indotta da cause differenti.
La forma più comune e diffusa soprattutto nell’infanzia/adolescenza e all’inizio dell’età adulta è quella allergica, determinata dall’esposizione a sostanze (allergeni) presenti nell’ambiente o sul luogo di lavoro, innocue per la maggioranza delle persone, ma verso le quali si è particolarmente sensibili per ragioni di ordine immunitario.

In linea di principio, qualunque sostanza presente nell’ambiente può agire da “allergene” ma, in genere, a scatenare la rinite allergica sono soprattutto i pollini (in particolare, quelli di graminacee, ambrosia, assenzio, urticacee, betulla, ontano, nocciolo, ulivo, cipresso e carpino), gli acari della polvere, le muffe (soprattutto, candida, aspergillo, alternaria e Cladosporium) e gli allergeni trasportati dagli animali domestici.
Un noto allergene professionale è il lattice naturale, presente per esempio in presidi sanitari come guanti e cannule.

Non di rado, chi soffre di allergie respiratorie è sensibile anche a proteine contenute in alcuni alimenti vegetali, molto simili a quelle dei pollini.
In questi casi, quando si ingeriscono frutti od ortaggi a rischio è possibile andare incontro a “reazioni crociate” che si manifestano con la cosiddetta “sindrome orale-allergica”, caratterizzata da prurito, irritazione e gonfiore a livello di labbra, bocca e faringe.

A rischiare maggiormente di sviluppare rinite e asma allergiche sono i bambini con uno o entrambi i genitori allergici, le persone che soffrono o hanno sofferto durante l’infanzia di dermatite atopica o altre forme allergiche, chi vive o svolge attività professionali in ambienti ad alta concentrazione di allergeni e i bambini nati da madri che fumavano nel primo anno di vita del neonato.
L’impatto negativo di fumo e inquinamento atmosferico permane anche in età adulta, poiché entrambi, irritando le mucose dell’apparato respiratorio, facilitano sensibilizzazioni e allergie.

La rinite non allergica è più diffusa dopo i vent’anni e, pur potendo essere scatenata da una molteplicità di sostanze presenti nell’ambiente verso le quali si è soggettivamente “sensibili” e avendo manifestazioni molto simili a quelle della rinite allergica, non comporta una reazione allergica vera e propria.
La rinite non allergica può essere determinata dall’esposizione a gas ed esalazioni debolmente irritanti (compresi smog e fumo di sigaretta), profumi intensi od odori sgradevoli, detersivi e disinfettanti, farmaci ecc.

Sintomi

I sintomi tipici della rinite comprendono: naso gocciolante (rinorrea); sensazione di naso chiuso e “gonfio”, con conseguente difficoltà a respirare attraverso le narici; starnuti e gocciolamento nella parte posteriore del naso, verso la faringe.
Nelle forme allergiche, a queste manifestazioni si aggiungono bruciore e prurito a naso e occhi, lacrimazione, stanchezza e lieve mal di testa.

A suggerire che si tratta di una forma allergica sono soprattutto l’andamento dei sintomi (stagionale o in corrispondenza di situazioni/esposizioni specifiche), l’età del paziente e la familiarità per allergie respiratorie.
In circa il 40% dei casi, chi è interessato da rinite allergica presenta anche manifestazioni asmatiche e oltre l’80% di chi soffre di asma soffre anche di rinite allergica.

Diagnosi

La rinite si riconosce facilmente osservandone i sintomi tipici.
La difficoltà principale che il medico incontra di fronte a un paziente con rinite allergica è stabilire quali siano gli agenti scatenanti, premessa indispensabile per pianificare adeguate strategie preventive e di trattamento.

Oltre che attraverso l’analisi dettagliata dei tempi e delle modalità di comparsa e persistenza dei sintomi respiratori, per individuare le sostanze a rischio si possono eseguire test allergologici specifici come i Prick (effettuati ponendo i potenziali allergeni a contatto della cute e valutandone la reazione) e i Rast (che valutano la produzione di immunoglobuline tipiche della risposta allergica, le IgE, in seguito all’esposizione a determinati composti).

Tra gli stili di vita

Nei limiti del possibile, il modo migliore per evitare i sintomi della rinite allergica è stare lontani dalle sostanze a rischio, per esempio limitando la permanenza all’aria aperta durante i periodi di massima diffusione dei pollini verso cui si è sensibili o evitando di tenere animali in casa.
In alternativa, è possibile assumere farmaci in grado di evitare lo scatenamento dell’allergia in seguito all’esposizione agli agenti sensibilizzanti.
I più usati a questo scopo sono i cromoni, che vanno assunti 2-4 settimane prima della data prevista per l’esordio dei sintomi (allergia ai pollini) o qualche ora prima di recarsi in ambienti ad alta concentrazioni di allergeni.

Per alleviare sintomi della rinite allergica già presenti, i farmaci di riferimento sono gli antistaminici, disponibili in compresse, spray nasali o colliri.
Gli antistaminici sono farmaci efficaci e sicuri, ma vanno assunti rispettando le indicazioni del medico; quelli di più recente introduzione (cosiddetti di seconda e terza generazione) sono meglio tollerati, poiché non causano sonnolenza, tipico effetto collaterale dei primi antistaminici in commercio.

Se l’antistaminico non è sufficiente a ridurre la sensazione di naso chiuso, si può ricorrere a decongestionanti nasali vasocostrittori.
Questi farmaci devono, però, essere usati con parsimonia e sono indicati soltanto negli adulti privi di controindicazioni specifiche (ipertensione, glaucoma, diabete, disturbi della tiroide, gravidanza e allattamento).
L’ideale è non superare 1-2 inalazioni per narice per 3-4 volte al giorno, per pochi giorni di seguito.

In alternativa ad antistaminici e decongestionanti vasocostrittori, se l’infiammazione nasale è significativa, possono essere usati spray nasali a base di corticosteroidi.
Usati correttamente, sotto controllo medico, questi farmaci sono sicuri e ben tollerati anche per periodi abbastanza prolungati, ma possono causare irritazione nasale, alterazione nella percezione degli odori e un cattivo sapore in bocca.

Per attenuare la rinite allergica si può ricorrere all’immunoterapia desensibilizzante che, in alcuni casi, può eliminare del tutto i sintomi a lungo termine, soprattutto quando l’allergia è di tipo stagionale, il composto sensibilizzante è uno solo e il trattamento può essere iniziato in età pediatrica.
L’immunoterapia prevede la somministrazione di piccolissime quantità di allergene per iniezione sottocutanea o per bocca.
L’adattamento dell’organismo è graduale e per ottenere benefici sono necessari più cicli di somministrazione, a cadenza prima settimanale e poi mensile, in media per 3-5 anni.

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