Morbo di Cushing

Il “morbo” o “sindrome di Cushing”, talvolta indicata come “ipercortisolismo”, è una condizione caratterizzata da un insieme variabile di sintomi caratteristici indotti dall’esposizione dell’organismo a eccessivi livelli di glucocorticoidi e, in particolare, di cortisolo (detto anche “ormone dello stress”).  

Cause

La sindrome di Cushing è causata dall’alterato funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che determina un’eccessiva produzione di glucocorticoidi endogeni.

Le principali patologie che possono essere all’origine della sindrome di Cushing sono tumori dell’ipofisi, malattie delle ghiandole surrenali (neoplasie o formazioni benigne iper-secernenti) e alcuni tipi di tumore a carico di polmone, pancreas, tiroide o timo caratterizzati dalla presenza di cellule neoplastiche produttrici di ormone adrenocorticotropo (ACTH), che stimola la produzione di cortisolo in eccesso da parte delle ghiandole surrenali.

Una sintomatologia del tutto sovrapponibile a quella della sindrome di Cushing può essere indotta da terapie con corticosteroidi sistemici, assunti per bocca, protratte per oltre 3-4 settimane a dosaggi medio-alti e, meno frequentemente, in caso di terapie croniche con corticosteroidi inalatori ad alto dosaggio.  

Sintomi

Nei pazienti affetti da sindrome di Cushing si riscontrano tipicamente aumento di peso (soprattutto obesità addominale), ipertensione, labilità emotiva, depressione o euforia (talvolta psicosi), debolezza e impoverimento della massa muscolare, irsutismo (nelle donne), riduzione della libido, disfunzioni sessuali (soprattutto nell’uomo), riduzione della fertilità e alterazioni del ciclo mestruale (nelle donne), osteopenia/osteoporosi, malattie metaboliche (soprattutto diabete e dislipidemie), strie rubre addominali, acne, mal di testa, difficoltà cognitive.

Altri segni specifici comprendono l’insorgenza di facies lunare (ossia viso gonfio e tondeggiante), adiposità sovraclaveare e toraco-cervicale, lipomatosi epidurale, miopatia prossimale, fragilità cutanea e capillare (con facilità agli ematomi) e difficoltà di guarigione delle ferite.

Nei bambini la sindrome di Cushing può associarsi a disturbi della crescita.

Se si riscontrano sintomi indicativi di sindrome di Cushing, è importante consultare il medico, soprattutto se si stanno assumendo terapie a lungo termine/ad alto dosaggio con corticosteroidi per la cura di malattie reumatiche (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, ecc.), asma, broncopneupatia cronica ostruttiva (BPCO), malattie infiammatorie croniche intestinali, ecc.  

Diagnosi

Salvo nelle forme familiari o chiaramente indotte da terapie con farmaci corticosteroidi ad alto dosaggio, la diagnosi della sindrome di Cushing non è né semplice né immediata perché tipologia ed entità dei sintomi possono differire molto da paziente a paziente e i quadri clinici, spesso poco definiti, possono risultare sovrapponibili a quelli di molte altre malattie di natura differente (per esempio, la sindrome dell’ovaio policistico, l’alcolismo, la depressione e alcuni disturbi del comportamento alimentare).

Oltre alla visita medica, quindi, per diagnosticare il disturbo, caratterizzarlo e risalire alle possibili cause sarà necessario effettuare una serie di esami di laboratorio (tra i quali analisi per misurare i livelli di cortisolo nel sangue, nelle urine e nella saliva) e strumentali (in particolare, TAC e risonanza magnetica, soprattutto se si sospetta la presenza di neoplasie).  

Tra gli stili di vita

La cura della sindrome di Cushing è legata alla causa (https://www.youtube.com/watch?v=_xiDgrtnNNI – Fonte: Fondazione Veronesi) che l’ha determinata.

Se i sintomi sono indotti dall’assunzione di farmaci corticosteroidi sistemici per la cura di un’altra malattia, il medico dovrà rivedere l’approccio terapeutico, individuando una strategia farmacologica alternativa (se disponibile) oppure riducendo gradualmente i corticosteroidi assunti al dosaggio minimo efficace (sempre da evitare, invece, l’interruzione brusca del trattamento).

In caso di sindrome di Cushing determinata da una neoplasia dell’ipofisi o delle ghiandole surrenali, in genere, l’asportazione chirurgica del tumore è sufficiente per ottenere il graduale ripristino di una corretta produzione di cortisolo, con conseguente scomparsa dei sintomi.
Tra l’intervento chirurgico e il recupero di una funzionalità surrenalica normale passa, in media, un anno: in questo periodo sarà necessario assumere una terapia sostitutiva con glucocorticoidi.
Se il recupero della funzionalità surrenalica non è completo, la terapia sostitutiva dovrà essere assunta per tutta la vita.

In alcuni casi di tumore dell’ipofisi non eliminabile o soltanto parzialmente asportabile con la chirurgia, può essere necessario effettuare una radioterapia.
Quando né la chirurgia né la radioterapia riescono a eliminare i sintomi della sindrome di Cushing, per ridurre i disturbi associati si possono assumere farmaci in grado di contrastare la produzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali (ketoconazolo, mitotane, metirapone, ecc.), agendo sulle ghiandole surrenali stesse o sull’ipofisi (pasireotide).
Se neanche questo approccio è sufficiente, si può ricorrere all’asportazione completa delle ghiandole surrenali con successiva impostazione di una terapia sostitutiva con glucocorticoidi per tutta la vita.  

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