La rosolia è endemica in tutto il mondo e, in assenza di strategie vaccinali specifiche, si presenta con epidemie a intervalli di 7-10 anni; le età più colpite sono quelle da 5 ai 14 anni.
I picchi più significativi di incidenza si verificano nei mesi primaverili (marzo-maggio).
Il periodo di massima trasmissibilità va da pochi giorni prima a 7 giorni dopo la comparsa dell’esantema. In età adulta circa il 20% della popolazione è ancora suscettibile al virus della rosolia.
Cause
La rosolia è una malattia infettiva causata da un virus del genere rubivirus, della famiglia dei Togaviridae.
Sintomi
I sintomi comprendono febbre lieve, rigonfiamento doloroso delle linfoghiandole dietro il collo a cui segue eruzione cutanea (rossore) generalizzata e di brevissima durata (spesso inapparente).
Le complicazioni possono essere: dolori articolari, trombocitopenia (1 ogni 3.000) ed encefalite (1 ogni 5.000). Si può inoltre avere artrite temporanea particolarmente negli adolescenti e negli adulti.
La rosolia nelle donne in gravidanza spesso porta alla sindrome della rosolia congenita (CRS) cioè una malattia dell’embrione o del feto, che interessa tutti gli organi: è caratterizzata da sordità, ritardo mentale, cataratta ed altre affezioni degli occhi, malattie congenite del cuore, nonché a malattie del fegato e della milza che possono provocare una riduzione del numero delle piastrine con petecchie (piccoli sanguinamenti) sotto la pelle.
Le donne in gravidanza che si sono infettate nel primo trimestre, andranno incontro ad un aborto o potranno
avere un bambino con rosolia congenita nell’85% dei casi. Inoltre un bambino con sindrome da rosolia congenita può eliminare virus per via urinaria per circa un anno e quindi essere fonte di infezione per altre donne non immuni.
Diagnosi
La diagnosi si basa sull’osservazione delle classiche manifestazioni e dell’eruzione cutanea.
Tra gli stili di vita
La vaccinazione è l’unica strategia di prevenzione.
Costituito da un virus vivo attenuato RA 27/3.
In Italia è in commercio in combinazione con il vaccino contro il morbillo e la parotite (MPR) e la varicella (MPRV); può essere somministrato senza tener conto dell’eventuale superamento della malattia naturale.
Il vaccinato non diffonde il virus nell’ambiente circostante.
Nel 2001, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha messo a punto un piano strategico per assicurare a livello mondiale la riduzione della mortalità da morbillo e della rosolia congenita e compiere progressi significativi verso l’interruzione della sua trasmissione nelle aree in cui è prevista l’eliminazione della malattia, come l’Europa.
Per quanto riguarda la vaccinazione è raccomandata:
- la somministrazione sia a femmine che a maschi
- la prima dose a 13-15 mesi, la seconda a 4-6 anni di età