Ansia: cause, sintomi e cure

L’ansia o, più precisamente, il “disturbo d’ansia generalizzata” come indicato nel “Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali, è una malattia psichiatrica caratterizzata da: preoccupazione e ansia intense e persistenti non giustificate dalla gravità di situazioni, eventi o rischi reali; necessità di pianificare e tenere sotto controllo ogni aspetto della vita; incapacità di gestire l’incertezza e gli imprevisti; difficoltà a prendere decisioni ed eccessivo timore di compiere scelte sbagliate; apprensione eccessiva per la salute di un proprio caro; incapacità di distogliere i pensieri dall’oggetto della preoccupazione, di rilassarsi e di “sciogliere i nervi”; problemi di concentrazione.

Disturbi e Sintomi

Accanto a combinazioni variabili per tipologia e intensità dei sintomi psicoemotivi distintivi che lo definiscono, il disturbo d’ansia generalizzata comporta una serie di manifestazioni fisiche legate al nervosismo e allo stress intenso e persistente quali, per esempio: stanchezza immotivata, disturbi del sonno, contratture e dolori muscolari, bruxismo, mal di testa, alterazioni dell’appetito e disturbi digestivi (nausea, diarrea, sindrome del colon irritabile ecc.), sudorazioni, irritabilità, gesti ripetitivi e bisogno di muoversi, tachicardia, palpitazioni, dolori al centro del torace, cali di pressione, senso di costrizione e oppressione al petto, difficoltà respiratorie, sensazione di soffocamento, aumento della frequenza urinaria, disturbi del ciclo mestruale e del desiderio sessuale.

Il medico va interpellato ogni volta che un disagio psicofisico significativo caratterizzato da ansia e preoccupazione intense/ricorrenti, disturbi del sonno, sindromi dolorose e altri sintomi fisici non giustificati da malattie organiche interferiscono significativamente con il benessere generale e impediscono di svolgere serenamente le attività abituali per periodi superiori a qualche settimana. Il primo riferimento deve sempre essere il medico di famiglia, che potrà inquadrare il disturbo ed escludere la presenza di eventuali patologie organiche all’origine del malessere sperimentato. Una volta stabilito che si tratta di disturbo d’ansia generalizzata, potrà essere consigliato un consulto psicologico o psichiatrico.

Cause

Come la maggior parte delle condizioni psichiatriche, il disturbo d’ansia generalizzata ha cause complesse e non ancora ben definite, date dalla combinazione di predisposizione genetica, alterazione nel funzionamento di specifici circuiti cerebrali coinvolti nel controllo delle emozioni e della risposta allo stress, profilo di personalità predisponente e modalità dello sviluppo neuropsicologico.
L’insorgenza del disturbo d’ansia generalizzata può essere promosso da fattori di rischio quali: appartenenza al sesso femminile; storia di esperienze traumatiche o l’aver assistito a eventi drammatici durante l’infanzia; presenza di malattie croniche (soprattutto di tipo cardiaco, respiratorio, digestivo e metabolico) o storia di malattie/traumi fisici gravi (tumori, esiti di incidenti, infarto miocardico ecc.); esposizione a stress acuto intenso o modesto, ma ripetuto o duraturo; scarsa capacità di adattamento agli stimoli esterni e tendenza al nervosismo e alla preoccupazione; assunzione di sostanze che peggiorano la risposta allo stress (alcol, droghe, farmaci, caffeina, nicotina, estratti fitoterapici eccitanti ecc.).

Diagnosi

La diagnosi di disturbo d’ansia generalizzata è, di norma, abbastanza semplice perché i sintomi sono ben riconoscibili e il malessere sperimentato induce chi ne soffre a interpellare il medico abbastanza rapidamente per individuare una soluzione in grado di alleviare il disagio.

Negli adulti, per emettere una diagnosi di disturbo d’ansia generalizzata, oltre ai sintomi psicoemotivi caratteristici, devono essere presenti almeno tre sintomi fisici collegati all’ansia. Nel loro complesso, le manifestazioni devono avere un’intensità non giustificata dagli eventi/circostanze né dalla presenza di fattori scatenanti specifici (in particolare, assunzione di farmaci/sostanze o presenza di altre malattie) e tale da interferire con le attività abituali e il benessere di chi ne soffre, e persistere per più di sei mesi. Per la diagnosi di disturbo d’ansia nei bambini, in aggiunta all’ansia e alla preoccupazione persistenti, è sufficiente il riscontro di un solo sintomo fisico correlato, anche per periodi inferiori ai sei mesi.

Come si cura

La terapia del disturbo d’ansia generalizzata varia in funzione delle caratteristiche e dell’intensità del disagio nel singolo caso, ma è quasi sempre basata sull’impiego di farmaci in grado di ripristinare un buon equilibrio psicoemotivo e di migliorare la risposta agli stimoli esterni e allo stress e/o su interventi psicoterapici.

I farmaci cardine della terapia dell’ansia sono gli antidepressivi (principalmente, gli inibitori del sistema di recupero della serotonina – SSRI e gli inibitori del sistema di recupero della serotonina e della noradrenalina – SNRI), il cui impiego può essere affiancato nelle prime 2-3 settimane a farmaci tranquillanti (in particolare, benzodiazepine) che offrono un sollievo rapido, in attesa che gli antidepressivi inizino a fare effetto.

La psicoterapia prevista in presenza di disturbo d’ansia generalizzata è prevalentemente di tipo psico-comportamentale ed è indirizzata a potenziare la capacità di far fronte allo stress e a reagire in modo più consapevole e sereno alle difficoltà quotidiane, attraverso una sorta di ri-adattamento graduale.
Insieme ai farmaci e/o alla psicoterapia, può essere utile sfruttare tecniche di rilassamento come lo yoga, il tai-chi, la meditazione, il rebirthing, il massaggio shiatsu o tradizionale, l’agopuntura, l’ascolto della musica classica ecc. Altrettanto importante è praticare regolarmente attività fisica (preferibilmente, in mezzo al verde), dormire almeno 7-8 ore ogni notte, evitare di sovraccaricarsi di impegni, stare il più possibile in compagnia di persone tranquille e gradevoli, seguire un’alimentazione sana, evitare il fumo e l’assunzione di caffeina e alcolici, assumere tisane e infusi dalle proprietà rilassanti (per esempio, a base di camomilla, valeriana, tiglio, melissa, biancospino, passiflora, malva ecc.)

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