SCOMPENSO CARDIACO

Scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco, o insufficienza cardiaca, è una condizione patologica caratterizzata dall’incapacità del cuore di “pompare” una quantità di sangue adeguata alle necessità dell’organismo.

Scompenso cardiaco: notizie generali

L’incidenza di questa patologia aumenta con l’età e raddoppia per ogni decennio dai 40 agli 80 anni. Per questo, è destinata ad aumentare in futuro a causa sia dell’allungamento della vita media della popolazione, sia per il miglioramento dell’aspettativa di vita di pazienti affetti da diverse forme di patologie cardiache che possono sfociare in scompenso cardiaco.

Ci sono numerose patologie cardiache che possono determinare o evolvere verso una condizione di scompenso, e l’attuazione di alcune misure terapeutiche può prevenirne o ritardarne lo sviluppo.

Cause primarie di scompenso cardiaco:

  • cardiopatia ischemica (Infarto miocardico)
  • cardiomiopatia dilatativa (alterazioni strutturali e funzionali diffuse delle cellule muscolari cardiache)
  • ipertensione arteriosa
  • cardiopatia valvolare (stenosi o insufficienze valvolari)

A queste cause primarie si associano delle cause precipitanti che alterano l’equilibrio precario raggiunto dall’organismo, determinando un peggioramento della funzione di pompa cardiaca:

  • stress fisico, psichico, alimentare, ambientale (caldo, freddo, sale nella dieta, emozioni, superlavoro)
  • bruschi picchi di pressione
  • anomalie del ritmo cardiaco 
  • infezioni sistemiche
  • condizioni fisiologiche che aumentano la richiesta metabolica (gravidanza) o condizioni patologiche (anemia)
  • insufficienza renale
  • riduzione inappropriata della terapia per lo scompenso

I sintomi dello scompenso cardiaco sono:

  • dispnea (definita “affanno”, sensazione di fame d’aria, percezione di respirazione difficoltosa). Nei casi più lievi, questo sintomo si manifesta solo dopo sforzi intensi o condizioni che richiedono un aumento del lavoro del cuore. Nei casi avanzati, compare anche dopo sforzi lievi o addirittura a riposo.
  • dispnea parossistica notturna, conseguente alla posizione sdraiata assunta per dormire che aumenta la congestione polmonare. In questo caso il paziente avrà la necessità di utilizzare due o più cuscini per sollevare il torace dal letto, o anche trascorrere intere notti seduti sul letto o su una poltrona per evitare la comparsa della sensazione di mancanza di respiro.
  • tosse stizzosa soprattutto notturna, con espettorato schiumoso e roseo, rantoli.
  • gonfiore delle caviglie e delle gambe, per accumulo di liquidi.
  • gonfiore delle vene giugulari del collo.  
  • aumento del diametro addominale (ascite), per accumulo di liquidi.
  • stanchezza, ridotta tolleranza allo sforzo, svenimento, pressione arteriosa bassa, cute pallida, fredda e sudata, confusione mentale (questi sintomi possono mancare nei casi di scompenso cardiaco in fase iniziale con frazione di eiezione conservata).

Le manifestazioni più gravi dello scompenso cardiaco sono l’edema polmonare acuto e lo shock cardiogeno che hanno una prognosi estremamente sfavorevole, per cui l’obiettivo del trattamento è quello di contrastare l’evoluzione della patologia di base e il rimodellamento del cuore. 

In alcuni casi, è possibile risolvere la patologia di base (ad esempio una valvulopatia) che può migliorare la funzione meccanica cardiaca. 

La diagnosi è clinica, laboratoristica e strumentale (ECG, Ecocardiogramma, Rx torace).

Scompenso cardiaco: problemi emotivi e fisici

La diagnosi di scompenso cardiaco comporta inevitabilmente in ogni paziente sensazioni di angoscia, paura, tristezza e rabbia che non devono essere sottovalutate. 

Non si deve commettere l’errore di tenersi tutto dentro! Parlane con amici, familiari e se necessario con uno psicologo è fondamentale per affrontare i problemi nel miglior modo possibile.

Imparare ad utilizzare le armi a disposizione è essenziale per condurre una vita normale e per combattere contro la progressione della patologia.

Non nascondere il problema, collabora con il tuo medico nella ricerca di soluzioni.

Scompenso cardiaco: attività fisica

Per i pazienti con scompenso cardiaco valgono i principi alla base di un’alimentazione corretta ed equilibrata. In particolare, è opportuno limitare l’assunzione di grassi saturi, notoriamente nocivi per la salute cardiovascolare. Ridurre il consumo di carne, soprattutto rossa, insaccati, uova o latticini interi, garantendo però un apporto equilibrato di proteine attraverso pesce, cereali, legumi e molti tipi di frutta e verdura.
Per quanto riguarda i liquidi, si consiglia di limitarne l’assunzione in proporzione al grado di scompenso. La ritenzione di liquidi è un rischio da evitare per chi soffre di scompenso cardiaco, perché comporta un carico di lavoro maggiore per il cuore. 

A volte è necessario ridurre l’introito anche a meno di 1 litro al giorno, ma questo è valutato caso per caso. Evitare il consumo di bevande alcoliche. 

Un eccessivo consumo di sodio favorisce la ritenzione di liquidi, si raccomanda un consumo di sodio non superiore ai 2 grammi giornalieri. 

È un risultato che si può ottenere attraverso diversi accorgimenti, come:
• scegliere alimenti o versioni di alimenti a basso contenuto di sodio
• dare la preferenza a frutta e verdure fresche piuttosto che a cibi lavorati
non aggiungere sale quando si cucina
• dare sempre un’occhiata alle etichette degli alimenti acquistati per verificare il contenuto di sodio.

Il potassio è un minerale importante per il corretto funzionamento dell’organismo. Quando si assumono diuretici, però, si rischia di perderne un po’ e può essere quindi consigliabile integrare la dieta con alimenti ricchi di potassio: per esempio banane, albicocche, prugne, soia, melone, legumi, patate e pesci.

Si può fare movimento in maniera moderata, purché l’insufficienza cardiaca risulti ben controllata, magari dopo aver effettuato un test da sforzo sotto il controllo del proprio cardiologo.

Scompenso cardiaco: uso dei farmaci

Farmaci giusti nel modo giusto!

Ricorda sempre di attenerti scrupolosamente alle indicazioni del cardiologo. Oggi i farmaci da assumere per lo scompenso sono tanti, ma tutti necessari per garantire al paziente di stare bene!

Evita l’autoprescrizione di farmaci che potrebbe peggiorare la tua condizione clinica e segnala la comparsa di effetti collaterali.

Non modificare la posologia dei farmaci prescritti.

Informa lo specialista sull’eventuale somministrazione di altri farmaci per patologie concomitanti.

COMUNICARE IN MODO EFFICACE

Una buona comunicazione medico/paziente è un obiettivo ideale ma non facile da raggiungere. Empatia, tempo ed una adeguata formazione sono ingredienti indispensabili per realizzarla. 

Nei soggetti fragili, nei pazienti anziani con sintomatologia clinica conclamata, è indispensabile coinvolgere familiari, amici ed operatori sanitari nell’organizzazione di un percorso finalizzato al miglioramento dell’outcome, nel supporto fisico e psicologico dei soggetti che cercano con sacrificio di conservare una propria autonomia.

PRENDERE DECISIONI E RISOLVERE I PROBLEMI CORRELATI ALLA MALATTIA

Informare, istruire, addestrare, educare!

Le prime tappe di un percorso assistenziale dovrebbero prevedere la messa a punto di uno schema di terapia da parte dello specialista, e successivamente, uno spazio di confronto medico-paziente per la corretta attuazione dei programmi concordati.

Bisognerà educare il paziente all’auto-somministrazione dei farmaci, alla comprensione della necessità di terapia sintomatica al bisogno, alla comparsa di sintomi tipici/atipici.

È importante rafforzare la motivazione al rispetto dello schema di trattamento.

Scompenso cardiaco: riposo notturno

Dormire bene! 

Migliorare la qualità del sonno è un momento importante per i pazienti che hanno sintomi dello scompenso come stanchezza, facile faticabilità, maggiore dispendio energetico per aumentato impegno della muscolatura respiratoria.

Evitare caffè/tè dopo le 16:00.

Evitare a cena di assumere cibi di difficile digestione.

Andare a letto quando si ha sonno.

Verificare che le caratteristiche del materasso e del letto siano adeguate a garantire una posizione ideale del corpo.

Posizionare cuscini per sollevare torace in caso di peggioramento della sintomatologia respiratoria in posizione sdraiata.

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