VALVULOPATIE

Valvulopatie: insufficienza mitralica e stenosi aortica

È una patologia che colpisce circa un soggetto ogni 4 persone di età superiore agli 80 anni: infatti è una patologia che riguarda di solito persone molto anziane. 

Notizie generali

La stenosi aortica è una patologia cronica cardiaca caratterizzata da una restrizione della valvola aortica, ossia la valvola che mette in comunicazione il ventricolo sinistro con l’aorta. 

Questa valvola è costituita da tre lembi, e la sua importanza risiede nel fatto che fornisce il sangue a tutti i distretti dell’organismo.  

Nei soggetti sani l’area valvolare è ampia circa 3-4 cm2. Si parla di stenosi aortica sintomatica quando l’area valvolare è inferiore a valori di 1 cm2.  

I fattori di rischio sono numerosi e diversi, ma tra i più importanti ricordiamo: 

  • valvola aortica bicuspide (una anomalia congenita);eEtà avanzata
  • ipertensione arteriosa;
  • ipercolesterolemia;
  • infezioni da Streptococco nell’infanzia.

I sintomi della stenosi aortica si manifestano soprattutto dopo sforzi fisici e sono la conseguenza della riduzione del sangue nella circolazione dell’organismo: 

  1. tachicardia;
  2. offuscamento della vista;
  3. svenimento; 
  4. dolore toracico;
  5. difficoltà respiratorie.

La stenosi aortica è una patologia che può portare alla morte se non trattata adeguatamente.

L’insufficienza mitralica è una patologia cronica cardiaca caratterizzata da una disfunzione della valvola mitralica, ossia la valvola che mette in comunicazione l’atrio sinistro del cuore con il ventricolo sinistro. 

Questa valvola è costituita da due lembi, e nei soggetti sani l’area valvolare è ampia circa 4-6 cm2. Si parla di insufficienza mitralica quando i lembi valvolari, non “chiudendo” correttamente l’orifizio valvolare, permettono ad una quantità più o meno importante di sangue di passare dal ventricolo sinistro all’atrio sinistro anche quando la valvola dovrebbe essere chiusa.  

I fattori di rischio sono numerosi e diversi, ma tra i più importanti ricordiamo: 

  • età avanzata
  • infarto del miocardio;
  • malattie genetiche (per esempio la sindrome di Marfan);
  • prolasso
  • infezioni da Streptococco nell’infanzia (la cosiddetta cardite reumatica);
  • altre infezioni

In tutta Europa, circa 250.000 persone sono affette da questa condizione! 

I sintomi dell’insufficienza mitralica si manifestano dopo un lungo periodo di tempo, in conseguenza dello sforzo significativo cui il cuore viene sottoposto. 

Tra i principali disturbi avvertiti dal paziente ricordiamo: 

  1. affaticamento;
  2. aumento della pressione arteriosa;
  3. difficoltà respiratorie;
  4. palpitazioni.

In realtà, tra i vizi valvolari, l’insufficienza mitralica è quello meglio tollerato dal paziente per un lungo periodo di tempo. 

Con l’aggravarsi della situazione, però, il paziente può andare incontro ad alcune gravi complicanze come: 

  1. ipertensione polmonare;
  2. scompenso cardiaco; 
  3. fibrillazione atriale.

L’anamnesi e l’esame obiettivo cardiologico, in molti casi, indirizzano fortemente la diagnosi, che deve essere confermata dagli esami strumentali, in particolare l’ecografia cardiaca. Il trattamento farmacologico aiuta a mantenere il paziente asintomatico ed in compenso. Nelle fasi più avanzate è necessaria la sostituzione o riparazione (se possibile a carico della valvola mitrale) che oggi può essere eseguita per via chirurgica o mininvasiva. 

Alimentazione

Un’alimentazione adeguata è sicuramente consigliata nei pazienti affetti da valvulopatia per la gestione dei fattori di rischio di base e contenere i sintomi nelle fasi più avanzate. 

La disfunzione delle valvole cardiache ricorre più velocemente nelle persone con alti livelli di colesterolo rispetto alle persone con normali livelli di colesterolo. L’assunzione eccessiva di alimenti trasformati, carboidrati raffinati, carne rossa, grassi saturi può contribuire ad alti livelli di colesterolo.

I capisaldi dell’alimentazione corretta partono innanzitutto da una appropriata idratazione del paziente (che va adeguata però alla severità della stenosi/insufficienza), per proseguire poi con una dieta che consenta di avvicinarsi quanto più possibile al peso forma. 

In particolar modo, sarà opportuno limitare l’apporto di grassi per non sottoporre l’organismo ad un eccessivo sforzo, e limitare l’assunzione di sale per non determinare pericolosi aumenti della pressione arteriosa: obesità e ipertensione sono infatti due acerrimi nemici delle valvulopatie!

I principali consigli da tenere a mente per gestire i sintomi ed i fattori di rischio concomitanti, sono dunque: 

  1. corretta idratazione (bilanciata secondo la gravità della stenosi); 
  2. ridurre il contenuto di sale negli alimenti; 
  3. limitare l’assunzione di formaggi e di bevande alcoliche; 
  4. ridurre il più possibile l’assunzione di grassi.

Si potrebbe non credere che la salute dei denti e delle gengive svolga un ruolo importante nelle valvole cardiache. È stato scoperto che c’è un legame tra l’infezione nelle gengive e l’infezione nel cuore. I batteri dalla bocca entrano nel flusso sanguigno e raggiungono le valvole cardiache causando infezioni. Quindi le persone con malattie della valvola cardiaca e con valvola artificiale dovrebbero essere consapevoli che una buona igiene orale è molto importante. Spazzolatura regolare e corretta, filo interdentale almeno due volte al giorno e controllo regolare dal dentista.

Attività fisica

Come sopra descritto, l’attività fisica rappresenta la principale causa di comparsa dei sintomi delle valvulopatie nelle forme severe. Va ribadito che una stenosi aortica sintomatica a riposo o dopo sforzo o un affanno in peggioramento in caso di insufficienza mitralica, richiede inevitabilmente la valutazione specialistica per la sostituzione/riparazione valvolare. 

La stenosi aortica è, molto spesso, una patologia che colpisce persone anziane, che possono avere delle concomitanti difficoltà motorie, e nelle quali sarà ovviamente complesso svolgere esercizio fisico. L’insufficienza valvolare mitralica si può presentare in diverse età a seconda della causa sottostante

In linea di massima, dunque, è preferibile evitare qualsiasi sforzo che determini la comparsa dei sintomi, prestando sempre molta attenzione ai segnali del nostro corpo. 

Sono comunque concesse attività fisiche dolci, che prevedano esercizi di stretching, ad esempio, che possono aiutare soprattutto a migliorare lo stato generale del paziente. 

Fondamentale è rispettare le necessità del proprio corpo, interrompendo l’attività se dovesse comparire qualsiasi malessere o fastidio. 

Nei casi più gravi, anche più semplici attività della vita quotidiana possono essere responsabili di manifestazioni dolorose: in queste situazioni è opportuno modulare le proprie abitudini di vita in accordo con le proprie condizioni di salute ed evitare tutte le circostanze che determinano la comparsa di dolore. 

Problemi emotivi

Una diagnosi di valvulopatia può destare paura e preoccupazione nel paziente stesso e nei familiari che lo circondano. Queste emozioni sono assolutamente comprensibili, ed è importante che vengano tenute in considerazione. 

Per evitare però che la paura prenda il sopravvento, il paziente avrà a disposizione diverse figure professionali che possono aiutarlo a gestire la sua condizione: 

Il medico

Non temere di chiedere informazioni in merito alla tua patologia, esponi i tuoi dubbi e parla apertamente di tutte le tue preoccupazioni!

Il personale infermieristico 

Gli infermieri possono entrare a fare parte del percorso terapeutico della stenosi aortica e potranno insegnarti a gestire al meglio le tue terapie. 

Qualora l’ansia dell’evoluzione della malattia diventasse prevalente può essere utile rivolgersi a una figura qualificata che ti aiuterà ad alleviare queste emozioni negative. 

Uso appropriato dei farmaci

Le valvulopatie sono patologie di tipo strutturale e per questo motivo non esistono farmaci specifici. Le terapie indicate dallo specialista saranno mirate a garantire il compenso del paziente ed a mantenerlo asintomatico il più a lungo possibile. Quando la stenosi o insufficienza della valvola è diventata severa o i sintomi non sono più gestibili con i farmaci sarà indicato sostituire/riparare la valvola. 

Nella maggior parte dei casi, soprattutto in quelli non significativi, potrà essere sufficiente semplicemente un controllo periodico da effettuare col cardiologo; in altri casi, invece, potrebbe essere opportuno assumere dei farmaci, soprattutto nel periodo di attesa dell’intervento di sostituzione/riparazione della valvola. 

I diuretici sono fra i farmaci quelli più utilizzati per ridurre il sovraccarico del cuore, ma richiedono estrema cautela: le valvulopatie sono condizioni a volte con precario equilibrio emodinamico e, pertanto richiedono un approccio preciso e attento!

Evita di assumere farmaci senza indicazione medica, e soprattutto non abusare di eventuali farmaci che ti sono stati prescritti: questo potrebbe esporti a rischi molto elevati, portando a un peggioramento della tua condizione di salute. 

Il trattamento definitivo prevede una sostituzione valvolare, che oggi può essere eseguita per via chirurgica convenzionale (pazienti più giovani ed a basso rischio) o per via percutanea (pazienti più anziani e fragili). Nei soggetti più giovani si sceglie spesso una protesi meccanica per garantire una maggiore durata (fino a 20/25 anni)  che però richiede l’assunzione di farmaci anticoagulanti orali per il resto della vita. Si tratta in questo caso di una terapia fondamentale per evitare le complicanze che si possono manifestare dopo l’intervento. In caso di insufficienza mitralica, lo specialista valuterà se esistono le condizioni per riparare la valvola ed evitare così l’uso degli anticoagulanti

Per la gestione di questo trattamento, dovrai rispettare alcuni suggerimenti: 

  1. segui sempre con attenzione le indicazioni del medico. 
  2. assumi i farmaci nelle modalità e agli orari indicati. 
  3. esponi le tue eventuali paure in merito all’assunzione dei farmaci.  
  4. riporta tempestivamente eventuali disagi o effetti collaterali causati dall’assunzione dei farmaci. 
  5. evita di sospendere, ridurre o aumentare il dosaggio della terapia prescritta. 
  6. non raccogliere informazioni da fonti non affidabili.
  7. non praticare automedicazione.
  8. riferisci al tuo medico l’eventuale assunzione concomitante di altri farmaci. 

Efficace comunicazione

Come già sottolineato, uno degli obiettivi principali è stabilire una comunicazione adeguata ed efficace con i medici che ti seguono. 

Non aver paura di chiedere! È importantissimo che tu comprenda a fondo: 

  • nn cosa consiste la tua patologia,
  • quali sono le principali complicanze,
  • come puoi controllarla,
  • quali farmaci devi assumere e come devi assumerli

Per te e per il tuo medico è dunque fondamentale instaurare un rapporto di fiducia reciproco nel quale tu sarai il centro degli sforzi da perseguire per farti stare meglio. 

Riporta senza timore i tuoi dubbi e le tue paure e presta molta attenzione alle indicazioni del tuo medico.  

Anche i familiari e i cosiddetti caregiver possono rappresentare parte integrante della gestione della stenosi aortica: è importante quindi che essi capiscano la gravità della situazione e l’importanza di un corretto trattamento. 

In pazienti anziani, magari non in grado di assumere in autonomia i farmaci, è fondamentale che le figure circostanti prestino molta attenzione alla somministrazione della terapia e abbiano cura della situazione clinica generale del paziente. 

Riposo notturno

Nei casi più gravi di valvulopatia, i pazienti possono manifestare disturbi durante il sonno: in particolare potrebbero comparire delle difficoltà respiratorie marcate, che destabilizzano il riposo notturno e spaventano molto i pazienti e i familiari. 

Per evitare di incorrere in questo problema, il paziente può mettere in pratica alcuni accorgimenti. 

Dormi con due cuscini

I disturbi respiratori si possono manifestare per un piccolo accumulo di liquidi nei polmoni, una situazione molto tipica delle valvulopatie. Dormire con due cuscini ti aiuterà a mantenere le vie respiratorie più libere e ad evitare i fastidiosi sintomi che disturbano il tuo sonno. 

Adeguata gestione farmacologica

Come già accennato, il tuo medico potrebbe decidere di somministrare dei diuretici in alcune particolari circostanze: assumendo questi farmaci circa due ore prima di dormire, favorirai l’eliminazione di liquidi dal tuo organismo ed eviterai così che i liquidi si possano accumulare nei polmoni.

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