Congiuntivite

Le congiuntiviti sono condizioni infiammatorie della mucosa che riveste la parte interna delle palpebre, a contatto con il globo oculare.

Si tratta di fenomeni estremamente comuni nella popolazione di entrambi i sessi e di ogni età, che possono essere determinati da cause molto diverse, di tipo acuto o cronico.
Trattarle correttamente fin dall’inizio è cruciale, non soltanto per limitare i disagi, ma anche per evitare di veder perdurare il disturbo a lungo e di favorire l’insorgenza di complicanze che, nei casi più seri, potrebbero anche compromettere la capacità visiva.  

Cause

Le congiuntiviti possono essere determinate da:

  • contatto diretto con agenti irritanti di tipo fisico o chimico;
  • reazioni allergiche nei confronti di specifiche sostanze, innocue per la maggioranza delle persone, ma verso le quali si è soggettivamente ipersensibili;
  • infezioni di natura virale o batterica.

Le congiuntivi irritative insorgono generalmente per cause di tipo accidentale e interessano soprattutto persone che sul luogo di lavoro maneggiano sostanze a rischio senza indossare occhiali protettivi o sono esposte a polveri/fumi irritanti o a radiazioni di vario tipo; tuttavia non sono infrequenti congiuntivi irritative indotte da banali incidenti domestici (contatto con detersivi, acidi e alcali d’uso comune, anticalcare, smacchiatori ecc.) o da esposizione solare eccessiva, senza lenti protettive.

Le congiuntiviti allergiche possono essere di tipo stagionale, “flittenurale” o “follicolare” (così definite in relazione all’aspetto assunto dalla mucosa congiuntivale infiammata). Le prime tendono a manifestarsi soprattutto in primavera, ma spesso persistono anche nei mesi estivi e autunnali.
Colpiscono preferenzialmente i bambini e gli adolescenti e sono caratterizzate dalla formazione di papille nella congiuntiva palpebrale.
Si tratta, in genere, di forme lievi e non preoccupanti, ma fastidiose, a causa del prurito intenso e della lacrimazione anche abbondante che le caratterizza.

Le forme virali, nella maggioranza dei casi, sono indotte dall’adenovirus e tendono a diffondersi rapidamente in modo epidemico per via respiratoria, soprattutto in contesti comunitari come le scuole, gli asili, gli uffici e gli ospedali.
Il fenomeno acuto può risolversi spontaneamente perché questo tipo di congiuntivite tende ad autolimitarsi nel tempo, ma dopo la guarigione possono permanere a livello della cornea “infiltrati virali” che, se numerosi e trascurati, possono comportare una riduzione della capacità visiva.

Le congiuntiviti batteriche possono essere determinate da microrganismi come Corynebacterium diphteriae, Micobacterium tuberculosis, Morax-Axenfeld o Pasteurella tularensis.

Una forma di congiuntivite più grave e difficile da eliminare, ma di riscontro abbastanza raro, è quella indotta dalla Chlamidia trachomatis (all’origine anche dell’omonima malattia a trasmissione sessuale), che se non adeguatamente trattata può portare alla cecità.

Sintomi

I sintomi tipici della congiuntivite comprendono

  • l’arrossamento,
  • il bruciore,
  • la sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio (dovuta alla formazione di papille o follicoli nella parte interna della palpebra),
  • il prurito (soprattutto nelle congiuntiviti di origine allergica),
  • il gonfiore e l’aumento delle secrezioni congiuntivali, che possono avere caratteristiche differenti in relazione alla causa che ha indotto il disturbo.

Generalmente, le secrezioni congiuntivali sono più fluide e trasparenti nel caso di congiuntiviti allergiche o virali, mentre appaiono più dense, appiccicose e giallognole nel caso delle forme batteriche.  

Diagnosi

Nella maggior parte dei casi, la diagnosi di congiuntivite è abbastanza semplice, soprattutto quando si manifesta in modo caratteristico, e può essere emessa dal medico di famiglia dopo aver osservato l’occhio e aver analizzato modalità e tempi di insorgenza dei sintomi.
Tuttavia, se i sintomi sono moderati severi e/o non accennano a migliorare dopo alcuni giorni è preferibile sottoporsi a una visita oculistica.

Per risalire allo specifico fattore scatenante la congiuntivite e individuare la terapia più adatta, oltre a un’attenta valutazione dell’occhio, è essenziale esaminare quali attività sono state svolte nei giorni che hanno preceduto l’esordio del disturbo e l’eventuale esposizione a sostanze irritanti (composti chimici o agenti fisici, come vento, raggi solari o radiazioni di altro tipo) o allergizzanti (pollini, polveri, cosmetici, detergenti, farmaci ecc.) o ad agenti patogeni, prevalentemente di natura virale o batterica.

Nelle situazioni poco chiare o che non rispondono adeguatamente alle prime terapie proposte, può essere necessario procedere all’analisi delle secrezioni oculari.
Le congiuntiviti più difficili da caratterizzare sono, solitamente, quelle di origine allergica perché la sensibilità alle diverse sostanze è estremamente soggettiva e variabile in relazione alle condizioni fisiologiche (generali e dell’occhio) e ambientali.

Trattamenti

La cura della congiuntivite è strettamente legata alla causa che l’ha determinata.
In caso di contatto accidentale con sostanze irritanti o lesive, la prima cosa da fare è cercare di eliminare la maggiore quantità possibile della sostanza estranea con acqua, possibilmente sterile, o con soluzioni fisiologiche.
Il lavaggio sarà tanto più efficace nel limitare i danni quanto più precocemente sarà effettuato e con risciacqui abbondanti.
Successivamente, per attenuare il dolore e l’infiammazione in attesa che la mucosa congiuntivale si “auto-ripari”, sarà utile la somministrazione di colliri al cortisone, eventualmente, associati ad antibiotici locali, usati per prevenire possibili complicanze infettive.

Le congiuntiviti allergiche vengono trattate con colliri, inizialmente, a base di cortisone e, in seguito, a base di antistaminici.
Idealmente, per prevenire il disturbo e limitare i disagi si dovrebbe identificare la/e sostanze scatenante/i (allergeni) e cercare di limitare l’esposizione, ma ciò non è sempre possibile.

Contro le congiuntiviti virali non esiste un trattamento specifico.
Di norma, la terapia prevede, in un primo tempo, la somministrazione di antibiotici, per evitare la sovrapposizione di un’infezione batterica e, quindi, l’applicazione di colliri a base di cortisone per contrastare infiammazione, bruciore e dolore.
La completa guarigione di una congiuntivite virale può richiedere anche diversi mesi. Gli eventuali “infiltrati virali” che possono formarsi devono essere ricercati accuratamente dall’oculista e trattati in modo specifico per evitare danni visivi permanenti.

Le congiuntiviti batteriche, in genere, non sono gravi e migliorano già dopo pochi giorni di terapia antibiotica locale, risolvendosi completamente nell’arco di circa una settimana.
Il rispetto delle comuni norme igieniche e l’uso di asciugamani separati sono, di norma, sufficienti a evitare di contagiare i familiari.
I portatori di lenti a contatto devono rinunciare a utilizzarle fino alla completa risoluzione della congiuntivite batterica, sia per favorire la guarigione dell’infezione sia per scongiurare il rischio di sviluppare cheratiti secondarie da Acantameba.

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