Sovrappeso e obesità

Lungi dall’essere un mero problema estetico, sovrappeso e obesità rappresentano un fattore di rischio accertato per lo sviluppo di numero patologie metaboliche (prima tra tutte il diabete), cardiovascolari acute (come infarto miocardico e ictus cerebrale) e croniche (arteriosclerosi, coronaropatie, stenosi carotidea ecc.), endocrinologiche (riduzione della fertilità ecc.) e oncologiche (tumore del colon-retto, del seno, del pancreas ecc.).

Negli ultimi decenni, la prevalenza di problematiche connesse al peso corporeo in eccesso è esponenzialmente aumentata sia nei Paesi occidentali sia in quelli in via di sviluppo, principalmente a causa dell’adozione di stili di vita poco sani, caratterizzati da alimentazione inadeguata (basata su cibi con eccessivo contenuto di zuccheri e grassi e caratterizzata da un apporto calorico superiore al reale fabbisogno individuale) e attività fisica scarsa o assente.

Il problema riguarda pressoché ogni fascia d’età, ma può essere considerato una vera e propria epidemia nei bambini/adolescenti e in età avanzata, comportando, nel primo caso, un drammatico aumento della probabilità di sviluppare patologie cardiometaboliche e oncologiche in età adulta e, nel secondo, un significativo incremento della morbilità, della disabilità e della mortalità, con conseguente impatto negativo sulla spesa sociosanitaria complessiva attuale e futura.

Cause

Benché a determinare l’efficienza metabolica e il peso corporeo siano anche fattori genetici e, in una minoranza di casi, patologie specifiche (per esempio, l’ipotiroidismo, il morbo di Cushing o la sindrome di Prader-Willi) o terapie farmacologiche (in particolare, il trattamento a lungo termine con litio e antidepressivi triciclici, antipsicotici, alcuni antiepilettici, corticosteroidi, terapia insulinica, betabloccanti ecc.), nella stragrande maggioranza dei casi all’origine di condizioni di sovrappeso e obesità si riconoscono l’introito calorico eccessivo (rispetto a quanto effettivamente consumato attraverso l’esercizio fisico e le attività quotidiane) e il movimento insufficiente.

Se si mangia più di quel che si consuma, l’organismo immagazzina le calorie extra sotto forma di grasso corporeo e, con il tempo, ciò porta inevitabilmente ad accumulare diversi chili di troppo.
Inoltre, più si ingrassa e più il rapporto tra massa grassa e massa magra (vale a dire i muscoli) si riduce e ciò determina un rallentamento metabolico che porta più facilmente a ingrassare ulteriormente.
In genere, la situazione è aggravata dal fatto che le persone in sovrappeso e, soprattutto, obese tendono a praticare meno attività fisica e a muoversi meno anche nel contesto della vita quotidiana, innescando un circolo vizioso negativo che mantiene o peggiora il problema.

Nelle donne, una condizione che può esporre al rischio di sviluppare sovrappeso od obesità è la gravidanza.
Il fisiologico incremento ponderale che caratterizza soprattutto gli ultimi mesi di gestazione può essere difficile da far regredire dopo il parto, soprattutto se il peso iniziale era già eccessivo e/o l’aumento di peso è stato superiore ai 10-12 kg, generalmente considerati “ottimali” in una gravidanza fisiologica.
Accumulare troppi chili in gravidanza espone, inoltre, al rischio di sviluppare diabete gestazionale, di avere problemi al momento del parto a causa delle eccessive dimensioni del bambino (macrosomia fetale) e di sviluppare diabete di tipo 2 negli anni successivi alla gravidanza, anche prima dei 40 anni.

A determinare condizioni di sovrappeso/obesità contribuiscono anche fattori socioeconomici e culturali che limitano l’accesso a cibi freschi e sani (frutta, verdura, proteine e grassi nobili) e la capacità di operare scelte nutrizionali sane e consapevoli, impediscono di partecipare a programmi di attività fisica strutturata regolare e ad attività culturali stimolanti e generano un generale frustrazione, che viene compensata con cibo altamente calorico e di basso valore nutrizionale.

Le credenze e le abitudini alimentari familiari rispetto al cibo hanno un impatto determinante sul peso di bambini e ragazzi, sia in età pediatrica sia in età adulta. È dimostrato, infatti, che gran parte dei bambini in sovrappeso od obesi lo resteranno anche da adulti.

Sintomi

L’unico “sintomo” evidente del sovrappeso e dell’obesità è il peso corporeo in eccesso che, se notevole, può comportare una serie di limitazioni nella vita quotidiana, sia nello svolgimento delle attività abituali sia nella pratica sportiva e in contesti sociali, per ragioni di tipo sia propriamente fisico (ridotta agilità, facilità all’affanno/affaticamento, incompatibilità con misure standard per sedute, dispositivi di sicurezza ecc.) sia psicologico (senso di inadeguatezza, frustrazione per il proprio aspetto, tendenza al ritiro sociale ecc.).

Disturbi e alterazioni fisiologiche legate al sovrappeso e all’obesità comprendono:

  • sviluppo di sindrome metabolica (condizione data dalla coesistenza di iperglicemia, ipercolesterolemia, ipertensione e accumulo di grasso viscerale);
  • affanno durante le attività quotidiane (per esempio, salire le scale, camminare di buon passo, spostare pesi ecc.) e l’esercizio fisico;
  • disturbi respiratori durante il sonno (sindrome delle apnee notturne del sonno);
  • reflusso gastroesofageo;
  • squilibri ormonali e relativi sintomi (per esempio, irsutismo nelle donne);
  • riduzione della fertilità femminile e disfunzioni sessuali nell’uomo.

Diagnosi

Per la diagnosi di sovrappeso e obesità si fa generalmente riferimento al Body Mass Index (BMI), un parametro che si calcola con la formula: peso (kg) : altezza2 (m2) e che ha pertanto come unità di misura “kg/m2”. In sostanza, una persona di 60 kg alta 1,70 m avrà un BMI di 20,76 kg/m2, risultando perfettamente “normopeso”.

I valori di riferimento del BMI per stabilire in quale fascia di peso ci si trova sono i seguenti:

  • Sottopeso                   < 18,5 kg/m2
  • Normopeso                18,5 – 24,9 kg/m2
  • Sovrappeso                 25,0 – 29,9 kg/m2
  • Obesità di 1° grado    30,0 – 34,9 kg/m2
  • Obesità di 2° grado    35,0 – 39,9 kg/m2
  • Obesità di 3° grado    > 40,0 kg/m2

Questi valori di BMI definiscono il sovrappeso/obesità nella stragrande maggioranza delle persone con struttura fisica comune.

Negli atleti agonisti che devono sviluppare masse muscolari considerevoli, questo calcolo non può essere applicato in quanto il peso corporeo è determinato essenzialmente dalla massa magra (peraltro metabolicamente molto attiva e con richieste energetiche e strutturali notevoli per poter essere mantenuta) e un BMI elevato non corrisponde, pertanto, a una condizione di sovrappeso/obesità.  

Tra gli stili di vita

La stragrande maggioranza delle persone in sovrappeso, anche significativo, potrebbe dimagrire a sufficienza semplicemente attraverso una seria revisione dello stile di vita, basata su dieta sana e bilanciata (inizialmente necessariamente ipocalorica e successivamente in linea con il fabbisogno energetico quotidiano) e su un ragionevole aumento dell’attività fisica, che dovrà essere praticata in modo regolare, almeno 30-45 minuti al giorno.

Anche in caso di obesità di 1°-3° grado, dieta e attività fisica (sempre definite su base personalizzata da nutrizionisti esperti e medici dello sport/fisioterapisti) restano i capisaldi del dimagrimento.
In caso di obesità di 2° e 3° grado, soprattutto se con patologie cardiometaboliche o respiratorie concomitanti, e in caso di insuccesso di un serio intervento sullo stile di vita nonostante la sincera motivazione del paziente, il dimagrimento può essere supportato da farmaci o interventi di chirurgia bariatrica, che riducono il senso di fame o l’assorbimento dei nutrienti ingeriti.

Il ricorso tanto alle terapie farmacologiche quanto alla chirurgia bariatrica deve essere valutato con estrema attenzione da parte di team medici dedicati alla cura dell’obesità e ogni scelta deve essere concordata con il paziente, informato dei rischi e dei benefici di ogni opzione adatta al suo caso, nonché sulle attenzioni/limitazioni che sarà necessario rispettare dopo il trattamento per mantenere a lungo termine il risultato raggiunto.
Anche dopo chirurgia bariatrica, infatti, per mantenere un peso corporeo accettabile è indispensabile continuare a seguire una dieta bilanciata e a praticare attività fisica regolare.

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