Morbillo

Il morbillo è un’infezione virale presente in ogni parte del mondo; è una malattia che colpisce solo l’uomo, non esistono riserve animali, non esiste uno stato di portatore asintomatico.

L’OMS ha stimato che nel 2001 vi siano stati 30-40 milioni di casi e 750.000 morti.

Colpisce essenzialmente i bambini, per cui la maggior parte degli adulti ha un’efficace immunità. Basta una copertura superiore al 90-95% per molti anni, per vedere scomparire il morbillo.

Cause

Il morbillo è un’infezione virale acuta causata da un virus a RNA, appartenente alla famiglia dei Paramyxoviridae, genere Morbillovirus; è molto contagioso: circa il 90% dei contatti familiari suscettibili acquisisce la malattia.

Il morbillo compare a ondate epidemiche ogni 3-4 anni, quando il 20-30% dei bam- bini risulta suscettibile, e continua finchè il numero dei soggetti suscettibili non sia ridotto numericamente.

Sintomi

L’andamento è caratterizzato da 4 stadi: il periodo di incubazione della durata di 10-12 giorni, il periodo prodromico della durata di 2-4 giorni in cui si osservano gli enantemi della bocca e della mucosa faringea, febbre, rinocongiuntivite, tosse, il periodo esantematico, 2-5 giorni dopo il precedente, con il caratteristico esantema maculo papulare confluente che si estende in direzione cranio caudale, il periodo di convalescenza che corrisponde alla scomparsa dei sintomi.

In genere ha un decorso autolimitante e benigno ma il morbillo è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite.

Le complicanze si verificano più frequentemente sotto i 5 anni e sopra i 20: otite media, broncopolmonite, encefalite acuta (1 caso su 1.000), PESS (panencefalite sclerosante subacuta), cheratocongiuntivite, porpora trombocitopenica (1 caso su 3.000).

La “fase anergica” di un morbillo inoltre, può portare alla riacutizzazione di una vecchia tubercolosi e alla negativizzazione transitoria della prova alla tubercolina.

Diagnosi

La diagnosi è clinica e cioè si basa sull’osservazione e sulla valutazione del possibile contagio dell’individuo da parte di altri soggetti colpiti dall’infezione.

In caso di dubbio o necessità si può effettuare una ricerca degli anticorpi specifici, IgM, che documentano un’infezione recente, e IgG, indicatori di infezione pregressa e di protezione nei confronti dell’infezione.

Tra gli stili di vita

L’aspetto fondamentale è la vaccinazione.
Costituito da un virus vivo attenuato attraverso numerosi passaggi in cellule embrionali di pollo, vista l’incapacità del virus inattivato a conferire immunità efficiente e duratura. Non esiste in commercio in Italia il vaccino monocomponente per il morbillo; in tutto il mondo occidentale viene comunemente impiegato insieme a quello contro la parotite e la rosolia.
Il vaccino può contenere albumina umana, gelatina o neomicina; è liofilizzato, da ricostituire con 0,5 ml di solvente e deve essere usato entro 8 ore; va somministrato per via sottocutanea.

Pur determinando un’infezione asintomatica, non viene trasmesso ad altri.

Esistono in commercio anche vaccini combinati contro il morbillo, la rosolia, la parotite e la varicella. Nel 2001, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha messo a punto un piano strategico per assicurare a livello mondiale la riduzione della mortalità da morbillo e compiere progressi significativi verso l’interruzione della sua trasmissione nelle aree in cui è prevista l’eliminazione della malattia, come l’Europa.

L’età minima consigliata per la prima dose è al 13°-15° mese; la risposta di anticorpi IgG è di poco più bassa rispetto all’infezione naturale, e come in questa si riduce nel tempo; dopo 3-4 settimane si ritrovano anche IgM e IgA che però scompaiono precocemente.  La seconda dose è raccomandata al 5°-6° anno. Dato che il 5% dei soggetti vaccinati con una dose non produce risposta anticorpale, la seconda dose riduce il pool dei suscettibili e innalza il livello anticorpale protettivo, se già presente.

In situazioni particolari (pre-trapianto d’organo) può essere eseguita una dose già dal 6° mese di vita, considerandola dose soprannumeraria rispetto alle altre due.

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