Sindrome di Menière

La sindrome di Menière è un disturbo dell’equilibrio caratterizzato da “attacchi” ricorrenti e imprevedibili, che comportano la comparsa di intense vertigini, associate a riduzione dell’udito, fischi e brusii.

Ogni attacco è preannunciato dalla sensazione di “orecchio pieno” (uno solo, in genere sempre lo stesso), può durare da qualche ora ad alcuni giorni ed è seguito da un periodo libero da sintomi di durata variabile.

Cause

L’insorgenza degli attacchi di sindrome di Menière è dovuta all’aumento del volume del liquido (endolinfa) presente nei canali semicircolari che compongono il labirinto osseo all’interno dell’orecchio (corrispondenti all’organo dell’equilibrio) e al conseguente incremento della pressione esercitata sulle terminazioni del nervo dell’equilibrio. Questo incremento di pressione sollecita in modo abnorme il nervo dell’equilibrio di un orecchio rispetto all’altro e ciò determina la comparsa di intense vertigini.

La ragione che porta a variazioni del volume dell’endolinfa di entità sufficiente a innescare l’attacco di vertigini non è nota.

Le principali cause ipotizzate all’origine del disturbo o predisponenti comprendono allergie, disturbi immunitari, infezioni virali, predisposizione genetica (non meglio precisata), traumi cranici e comorbilità per emicrania.

Sintomi

I sintomi caratteristici della sindrome di Meniére comprendono intense vertigini (spesso associate a nausea), riduzione dell’udito e sensazione di pienezza auricolare: quando insorgono è sempre indispensabile rivolgersi in prima battuta al medico di famiglia e, quindi, all’otorinolaringoiatra per approfondire le possibili cause scatenanti e individuare le terapie più appropriate.

La valutazione medica tempestiva è fondamentale perché sintomi di questo tipo, oltre che dalla sindrome di Menière, possono essere causati anche da altri disturbi e patologie che possono compromettere seriamente non soltanto l’udito e l’apparato dell’equilibrio, ma anche la salute generale (tumori cerebrali, malattie neurodegenerative, alterazioni della circolazione sanguigna cerebrale ecc.).

Nelle fasi tra un attacco e l’altro di sindrome di Meniére, non viene recuperata completamente la capacità uditiva iniziale (che anzi tende a peggiorare nel tempo con il ripetersi degli episodi) e le persone interessate vivono con l’ansia costante del ripresentarsi dell’attacco.
La frequenza delle crisi è estremamente variabile: in alcune persone, si verificano a distanza di anni l’una dall’altra, mentre in altre sono “subentranti” e ogni nuovo attacco compare mentre il precedente non si è ancora esaurito, con una notevole riduzione della qualità di vita.

Diagnosi

La malattia di Menière, soprattutto se si presenta con tutti i sintomi tipici in persone che non presentano altre patologie (in particolare, di natura cardiovascolare, oculare, neurologica o psichiatrica), viene diagnosticata durante una visita medica specialistica otorinolaringoiatrica.

Test strumentali più specifici indirizzati a valutare la funzionalità dell’apparato uditivo e vestibolare (per esempio, potenziali evocati vestibolari, videonistagmografia, posturografia, elettrococloegrafia ecc.) o indagini di imaging cerebrale (TAC, risonanza magnetica ecc.) saranno riservati ai casi con manifestazioni meno chiare o ai pazienti in cui la presenza di altri segni caratteristici induca a sospettare l’esistenza di disturbi diversi.

Tra gli stili di vita

Non conoscendone la causa scatenante, nessuno dei trattamenti disponibili per la malattia di Menière è in grado di eliminarla in modo definitivo, ma soltanto di alleviarne le manifestazioni.
Per attenuare i sintomi dell’attacco acuto, possono essere utili farmaci che riducono la reattività del sistema nervoso, rendendolo meno sensibile agli stimoli in arrivo dal nervo dell’equilibrio: i più usati sono farmaci antivertiginosi (come per esempio la betaistina), alcuni antistaminici, corticosteroidi e diuretici.
Altri farmaci utili durante gli attacchi acuti sono gli anti-cinetosi e gli anti-nausea. In aggiunta, chi soffre di sindrome di Menière dovrebbe ridurre la quantità di caffeina e di sale consumati abitualmente, nonché evitare il fumo, gli alcolici e lo stress eccessivo.

A livello ambulatoriale, il medico può cercare di favorire il riassorbimento dell’endolinfa, introducendo alternativamente nell’orecchio piccole quantità di acqua calda e fredda o attuando particolari manovre “riabilitative”, mentre nei casi più gravi e disabilitanti, può essere proposto l’intervento chirurgico.

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