Svenimento

Lo svenimento è un termine semplice di uso comune che viene utilizzato per descrivere una perdita di coscienza che può verificarsi in un qualunque momento della vita per innumerevoli ragioni, più o meno gravi e preoccupanti.

Tranne nei casi in cui venga innescato da fenomeni sicuramente non patologici, come il fatto di rimanere a lungo in piedi e immobili in un ambiente molto caldo, lo svenimento merita sempre di essere sottoposto all’attenzione del medico di famiglia o a un servizio sanitario d’emergenza (Guardia medica, Pronto soccorso), in relazione ai sintomi associati, all’età e alle caratteristiche del paziente e alle circostanze nelle quali si è verificato.

Cause

Benché gli svenimenti più comuni dipendano da cali di pressione (ipotensione) o di zuccheri (ipoglicemia) conseguenti a lunghe permanenze in luoghi caldi e affollati o a digiuni prolungati, non sono rari gli episodi di perdita di coscienza dovuti a cause gravi di natura cardiaca, cerebrovascolare o neurologica.

In generale, lo svenimento viene indotto da una riduzione del rifornimento di ossigeno alle cellule del cervello, che può dipendere da un significativo abbassamento della pressione arteriosa generale o dalla compromissione della circolazione sanguigna cerebrale (anche in una zona circoscritta del cervello).

L’ipotensione può essere dovuta a fenomeni di vasodilatazione periferica, a loro volta indotti dal caldo o dall’assunzione di particolari farmaci, oppure alla riduzione del volume totale di sangue dell’organismo, conseguente a un’emorragia significativa o a una grave condizione di disidratazione organica.

L’alterazione della circolazione del sistema nervoso centrale, invece, è spesso legata a fenomeni di occlusione e stenosi (anche parziale) delle arterie carotidi, o di altre arterie cerebrali. Queste occlusioni sono alla base anche dell’ictus e degli attacchi ischemici transitori (TIA).

Lo svenimento può essere determinato anche da un’interruzione del rifornimento di ossigeno in una zona circoscritta del cervello dovuta alla presenza di malformazioni arterovenose (ossia vasi sanguigni con conformazione anomala). Queste malformazioni vascolari sono spesso presenti fin dalla nascita, ma danno problemi soltanto quando comprimono le strutture vicine, determinando dolore, o quando si rompono.

Una cattiva circolazione cerebrale può dipendere anche da: alterazioni del ritmo cardiaco di tipo patologico o funzionale, come l’insufficienza cardiaca e le aritmie; fattori psicoemotivi, che rallentano il ritmo cardiaco (crisi vagale); alterazioni del ritmo respiratorio; fattori ambientali (come nel caso del “mal di montagna” dovuto alla scarsa concentrazione di ossigeno nell’aria in alta quota).

Anche i traumi violenti a carico del tronco, che determinano un aumento della pressione interna dell’addome e impediscono un buon ritorno del sangue venoso verso il cuore, possono innescare una reazione di tipo vagale oppure portare alla perdita di coscienza a causa di un’alterazione del ritmo respiratorio. Sono di questo tipo le perdite di coscienza che si verificano durante le partite di calcio, quando dopo uno scontro apparentemente poco importante, il giocatore rimane per qualche secondo a terra privo di sensi.

La causa più frequente della riduzione del rifornimento cerebrale di glucosio è, invece, l’ipoglicemia che può conseguire a un digiuno prolungato, a uno sforzo fisico intenso o nel contesto della terapia ipoglicemizzante (in particolare, con insulina) necessaria per il trattamento del diabete.

La maggior parte delle perdite di coscienza indotte da ragioni di natura neurologica dipendono, invece, da un’alterata funzionalità delle cellule nervose che porta a una sorta di “cortocircuito elettrico”, come quello che tipicamente si verifica durante gli attacchi epilettici.

Sintomi

Il sintomo chiave dello svenimento è la perdita di coscienza della persona interessata, che può essere graduale o improvvisa, in funzione della causa che l’ha determinata, e che, di solito, è accompagnata da altri segni e sintomi che aiutano a definirne, almeno approssimativamente, la natura e la gravità anche da parte di persone prive di competenze mediche.  

Diagnosi

La diagnosi dello “svenimento” consiste, in realtà, nella valutazione della causa che l’ha determinato, che può essere più o meno complessa e articolata a seconda della natura del fenomeno, dell’età e delle caratteristiche generali della persona interessata.

Nell’immediato, chi si trova vicino alla persona svenuta deve cercare di capire se può trattarsi di una situazione grave, meritevole di interventi medici di emergenza, o se si tratta di un fenomeno relativamente innocuo che può essere gestito autonomamente.

In generale, tutti gli svenimenti improvvisi non giustificati da cause facilmente identificabili devono indurre a interpellare i servizi di emergenza sanitaria (118), soprattutto se riguardano una persona con più di 50 anni (e a maggior ragione se anziana), un bambino/adolescente, una donna in gravidanza o persone notoriamente affette da patologie acute o croniche (in particolare di tipo cardiovascolare, neurologico o respiratorio), in terapia farmacologica (specie se iniziata da poco) o che hanno assunto da poco sostanze attive sul sistema nervoso centrale (compreso l’alcol).

Svenimenti di questo tipo devono essere valutati tempestivamente in ambiente medico specialistico per inquadrare il problema di base e attuare gli interventi necessari per ristabilire l’equilibrio cardiocircolatorio e cerebrale.

Svenimenti che non devono preoccupare sono, invece, quelli che insorgono gradualmente, chiaramente riferibili a un calo di pressione dovuta al caldo, a una modesta ipoglicemia da digiuno prolungato o a una crisi vagale, insorta in seguito a una forte emozione.

Quando rivolgersi al medico:

  • Se la situazione non migliora nell’arco di 10-15 minuti.
  • Se è presente dolore al petto, respiro affannoso, forte mal di testa, vertigini, spiccato aumento del numero di battiti cardiaci.
  • Se compare dolore al dorso o all’addome, con intorpidimento o senso di bruciore alle braccia o alle gambe.
  • Se la persona colpita ha anche convulsioni.
  • Se, dopo un’iniziale remissione, si manifesta un secondo svenimento.
  • Se sono ci sono perdite di sangue di qualunque tipo.

Tra gli stili di vita

La cura dello svenimento è strettamente legata alla causa che l’ha determinato.

Tutti gli svenimenti di natura poco chiara devono essere riferiti al medico, in emergenza o dopo risoluzione spontanea del fenomeno, che stabilirà se e come procedere con ulteriori approfondimenti e/o interventi specifici.

In caso di svenimenti comuni, dovuti a cali di pressione, ipoglicemia lieve o crisi vagale, per ristabilire una condizione di equilibrio fisiologico è sufficiente far sdraiare la persona interessata in un luogo tranquillo, eventualmente con le gambe un po’ sollevate per favorire il ritorno del sangue al cuore e al cervello, e far assumere un po’ di liquidi e zuccheri semplici (caramelle, succhi di frutta, bibite zuccherate). In genere, in questo modo la situazione torna alla normalità nell’arco di 10-15 minuti.

Se così non fosse, o fossero presenti sintomi sospetti (forte nausea o vomito, confusione mentale, difficoltà di linguaggio, disturbi della vista o di movimento ecc.) è necessario interpellare subito il medico.
L’intervento medico è, poi, assolutamente necessario quando la perdita di sensi si associa a un violento mal di testa, a perdite di sangue oppure a convulsioni.

In presenza di convulsioni, la perdita di coscienza è dovuta con ogni probabilità a un attacco epilettico. In questi casi, l’unico intervento praticabile da persone non esperte consiste nell’impedire alla persona colpita di serrare la bocca, interponendo uno spessore tra i denti (basta anche un fazzoletto arrotolato) e nell’allontanare oggetti contro i quali la persona potrebbe sbattere e ferirsi, durante i movimenti incontrollati.

Che cosa fare quando una persona sviene:

  • Controllare il polso e la respirazione.
  • Sollevare le gambe di 15-20 centimetri per favorire il ritorno del sangue al cuore e migliorare la circolazione cerebrale.
  • Allentare eventuali cinture o indumenti stretti.
  • Mettere un panno bagnato sulla fronte.
  • Cercare di risvegliare la persona svenuta con piccoli colpi.
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